"Negli abusi noi vediamo la mano del male che non risparmia neanche l'innocenza dei bambini".

Così Papa Francesco nel discorso conclusivo della quattro giorni sulla protezione dei minori nella Chiesa.

"La disumanità del fenomeno a livello mondiale diventa ancora più grave e più scandalosa nella Chiesa - ha detto - perché in contrasto con la sua autorità morale e la sua credibilità etica. Il consacrato, scelto da Dio per guidare le anime alla salvezza, si lascia soggiogare dalla propria fragilità umana, o dalla propria malattia, diventando così uno strumento di satana. Non ci sono spiegazioni sufficienti per questi abusi nei confronti dei bambini".

"La diffusione della pornografia - ha aggiunto - sta dilagando rapidamente nel mondo attraverso la Rete. La piaga della pornografia ha assunto dimensioni spaventose, con effetti deleteri sulla psiche e sulle relazioni tra uomo e donna, e tra loro e i bambini. Un fenomeno in continua crescita. Una parte molto considerevole della produzione pornografica ha, tristemente, per oggetto i minori, che così vengono gravemente feriti nella loro dignità. Gli studi in questo campo documentano che ciò avviene in modi sempre più orribili e violenti; si arriva all'estremo degli atti di abuso su minori commissionati e seguiti in diretta attraverso la Rete".

Intanto padre Federico Lombardi ha annunciato un nuovo Motu proprio del Papa, un documento su iniziativa del Pontefice "sulla protezione dei minori e delle persone vulnerabili" per rafforzare la prevenzione e il contrasto contro gli abusi nella Curia Romana e nello Stato della Città del Vaticano.

Per le vittime di abusi, però, non è abbastanza.

"Siamo indignati - dice all'Adnkronos Francesco Zanardi, presidente della Rete l'Abuso -. Questo doveva essere il summit della tolleranza zero e invece direi che siamo alla zero credibilità. Molti vescovi dopo questi quattro giorni sarebbero dovuti uscire senza abito talare. Dal discorso del Papa ci aspettavamo molto di più: la Chiesa non è vittima, è carnefice".

IL CASO DOSSIER "STRACCIATI" - Ieri il cardinale Reinhard Marx ha fatto scoppiare il caso dei dossier scomparsi dalle diocesi: decine e decine di plichi che avrebbero potuto documentare i crimini e che invece sono stati stracciati: "Il modo in cui l'amministrazione è stata strutturata e svolta non ha contribuito a unire tutto il genere umano e ad avvicinare di più gli uomini a Dio ma, al contrario, ha violato tali obiettivi".

Gli abusati, il loro dolore, i loro diritti sono stati "calpestati e lasciati all'arbitrio dei singoli".

"Ogni obiezione basata sul segreto pontificio sarebbe rilevante solo se si potessero indicare dei motivi convincenti per cui il segreto pontificio si dovrebbe applicare al perseguimento di reati riguardanti l'abusi di minori. Allo stato attuale, io di questi motivi non ne conosco", denuncia.

Dei dossier assenti nelle diocesi ha fatto esperienza anche monsignor Jean-Claude Hillerich, arcivescovo di Lussemburgo e presidente della Comece (Commissione delle conferenze episcopali della Comunità Europea): "Mi è successo di dover cercare documenti e di non trovare nulla: il problema non è la loro distruzione, il problema è che a volte queste carte neanche si producono", conferma.

(Unioneonline/D)
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