Da 40 ore i soccorritori sono al lavoro senza sosta, in una vera e propria corsa contro il tempo per salvare Yulen, il bimbo di due anni e mezzo che lo scorso 13 gennaio è caduto in un pozzo profondo 110 metri e largo 25 centimetri mentre giocava nella proprietà di un suo familiare nella Sierra di Totalan, vicino Malaga.

Le condizioni del piccolo non sono chiare: secondo alcuni testimoni all'inizio si sentiva un pianto flebile, che poi è cessato.

La telecamera lanciata nel pozzo ha trovato un intoppo a meno di 80 metri di profondità, e ora si sta lavorando su due fronti.

Da un lato si cerca di estrarre il terriccio sotto il quale potrebbe essere intrappolato Yulen, dall'altra si cerca di scavare un tunnel orizzontale per accedere al condotto in cui è precipitato il bimbo, come confermato dal viceprefetto di Malaga, Marta Gamez: "Si scava da stamattina alle 7 per arrivare all'altezza del pozzo dove crediamo sia Yulen".

Alle operazioni assistono anche i genitori del piccolo, che nel 2017 hanno già perso un figlio di tre anni, Olivier, colto da un malore improvviso mentre passeggiava in spiaggia con la mamma e il papà.

La vicenda di Yulen ricorda quella avvenuta in Italia, a Vermicino, nel 1981. Alfredino Rampi morì in un incidente analogo, aveva sei anni.

(Unioneonline/L)
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