"Non c'è alcun problema nel fare la seconda dose di AstraZeneca".

Il generale Francesco Figliuolo prova a rassicurare i quasi due milioni e mezzo di italiani che hanno già ricevuto il vaccino anglo-svedese, dopo aver ricalibrato il controverso siero preferibilmente sugli over 60 e stigmatizzato con il premier Mario Draghi le iniquità della campagna (una dose su 5 è andata fuori dalle categorie prioritarie).

La campagna vaccinale fa qualche passo in avanti, sempre tenendo fissato l'obiettivo del mezzo milione di vaccini giornalieri entro venti giorni: ieri si è raggiunto il record delle 299mila dosi iniettate, verso la quota 300mila fissata come step di passaggio.

La novità è l'ipotesi di posticipare fino a 42 giorni il richiamo di Pfizer, il vaccino più disponibile per quantità: "E' possibile allungare l'intervallo da 21 a 42 giorni senza perdere l'efficacia della copertura - le parole di Franco Locatelli, coordinatore del Comitato tecnico-scientifico -. Questo consente di incrementare le persone che possono ricevere la prima dose".

"I dati di Israele e Gran Bretagna ci dicono che si può fare, con dei risultati decisamente buoni - ha detto Massimo Galli dell'ospedale Sacco di Milano -. Con qualche paletto: non me la sentirei di fare questa operazione per i più fragili, persone da cui ci si aspetta una risposta immunitaria meno valida".

L'ORDINANZA - Intanto con un'ordinanza firmata ieri in serata dal Commissario straordinario Francesco Figliuolo si ribadisce la priorità per i vaccini agli over 80 e alle persone fragili. Le categorie di priorità indicate dal ministero della Salute permangono ma vengono temperate con il criterio dell'età. Chi ha già iniziato il ciclo vaccinale lo terminerà.

L'ordinanza, si legge nel testo, risponde all'esigenza "di dover procedere con la massima celerità a vaccinare coloro i quali, dalle evidenze scientifiche ad oggi disponibili, risultano più vulnerabili qualora infettati dal virus SARS-CoV-2". In linea con il Piano nazionale del ministero della Salute approvato con decreto del 12 marzo 2021, la vaccinazione rispetta il seguente ordine di priorità: persone di età superiore agli 80 anni; persone con elevata fragilità e, ove previsto dalle specifiche indicazioni, dei familiari conviventi, caregiver, genitori/tutori/affidatari; persone di età compresa tra i 70 e i 79 anni e, a seguire, quelle di età compresa tra i 60 e i 69 anni, utilizzando prevalentemente vaccini Vaxzevria (l'ex AstraZeneca).

Parallelamente a queste categorie, si legge, "è completata la vaccinazione di tutto il personale sanitario e sociosanitario, in prima linea nella diagnosi, nel trattamento e nella cura del Covid-19 e di tutti coloro che operano in presenza presso strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private. A seguire, sono vaccinate le altre categorie considerate prioritarie dal Piano nazionale, parallelamente alle fasce anagrafiche secondo l'ordine indicato. Le persone, che hanno già ricevuto una prima somministrazione, potranno completare il ciclo vaccinale col medesimo vaccino".

(Unioneonline/D)
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