C'è un nuovo indagato nell'inchiesta della Procura di Bergamo sulla gestione della prima ondata dell'epidemia di Covid in una delle zone più colpite d'Italia tra marzo e aprile 2020. Si tratta di Ranieri Guerra, direttore vicario dell'Oms ed ex direttore generale della Prevenzione al Ministero della Salute, accusato di aver detto il falso davanti ai pm durante la sua audizione sul piano pandemico.

Sentito come testimone, lo scorso 5 novembre, non avrebbe detto la verità in merito non solo al mancato aggiornamento del piano pandemico, ma anche sulle presunte pressioni nei confronti di Francesco Zambon, uno degli allora ricercatori della divisione europea dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, per ottenere la rimozione dalla pagina web dell'Oms di alcuni passaggi di uno studio che mettevano in luce l'inadeguatezza del nostro Paese nel far fronte all'emergenza Coronavirus.

LA REAZIONE - "Sono stupito e amareggiato per questa situazione, non conosco di cosa si tratti, non ho la più pallida idea sul perché i magistrati abbiamo deciso in tal senso", ha spiegato Guerra fino a poco tempo fa anche componente del Cts.

"Avevo parlato con i magistrati lo scorso novembre e avevo dato la mia disponibilità ad un nuovo confronto - ha aggiunto".

LA ROGATORIA - Gli inquirenti avevano inviato una rogatoria a Ginevra per avere atti ufficiali relativi al piano pandemico e il documento di autovalutazione inviato dal Ministero e per fare luce su cosa è realmente successo su quel report che nel giro di 24 ore, lo scorso 13 maggio, sparì dal sito dell'Oms.

LE ACCUSE - Con l'iscrizione di Ranieri Guerra fa un passo avanti il filone di indagine con al centro il piano pandemico, che il Procuratore Antonio Chiappani, con il suo aggiunto Maria Cristina Rota e il pool di pm, assieme agli investigatori della Guardia di Finanza, hanno appurato essere rimasto 'fermo' al 2006 e per giunta nemmeno applicato, nonostante le indicazioni date ai primi di gennaio dell'anno scorso dall'Oms.

Ranieri Guerra cinque mesi fa, quando venne ascoltato dai pm, secondo l'accusa avrebbe mentito quando disse che il piano pandemico influenzale non aveva bisogno di aggiornamenti perché negli ultimi anni non si erano registrati gravi episodi epidemiologici.

In realtà, in base agli accertamenti, sia l'Oms sia l'Unione Europea avevano dato indicazioni diverse e Guerra, che tra il 2014 e il 2017 era direttore generale alla Prevenzione del ministero della Salute, avrebbe dovuto aggiornarlo.

Non avrebbe detto la verità nemmeno sulla vicenda di Zambon, il quale qualche tempo fa si è dimesso dall'ufficio Oms di Venezia. Guerra ha negato di aver mai esercitato alcuna pressione sul ricercatore per ottenere, minacciando "ritorsioni" sul lavoro, che venissero cancellate dal sito alcune frasi contenute nel rapporto intitolato "An unprecedented challenge - Italy's first response to COVID-19" con le quali si riteneva che l'Italia era senza "armi" nella battaglia contro il virus.

L'INDAGINE - Riguardo alla vicenda delle ipotizzate pressioni, gli atti dovrebbero essere inviati alla Procura di Venezia per competenza, mentre rimane a Bergamo il nucleo principale dell'indagine, che ha visto più di una trasferta a Roma (è stato ascoltato come testimone pure l'ex premier Giuseppe Conte), e nel quale ci sono alcuni indagati. Tra i fronti dell'inchiesta, oltre al piano pandemico, ci sono la mancata istituzione di una zona rossa nella Bergamasca, l'anomala riapertura del pronto soccorso dell'ospedale di Alzano Lombardo e le tantissime morti nelle Rsa lombarde.

(Unioneonline/L)
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