Si riapre il caso di Biagio Carabellò, il 46enne scomparso nel novembre del 2015 a Bologna.

Apparterrebbero proprio a Carabellò, infatti, i resti umani trovato in un canale del Parco Nord del capoluogo emiliano.

La conferma, in attesa di ulteriori indagini, arriva dai documenti trovati accanto alle ossa, dentro la tasca di un giubbotto. All'epoca della scomparsa la Procura aveva aperto un'indagine per omicidio, sfociata poi in archiviazione.

Ora il pm Elena Caruso ha disposto ulteriori accertamenti, comprese le analisi dei resti.

Oltre che sulla scomparsa di Carabellò, i magistrati avevano indagato negli anni scorsi anche sulla presunta falsificazione del testamento della sua fidanzata, Elisabetta Filippini, deceduta nel 2010 per una malattia.

Secondo un testamento trovato dopo la morte della donna, l'intero patrimonio finì a Simona Volpe, un'amica della coppia. Ma nel testamento riconosciuto autentico, di cui fu in seguito trovata una copia a casa dello scomparso, la fidanzata aveva lasciato gran parte dei suoi beni a Biagio.

Nel 2018, per questa vicenda Simona Volpe è stata condannata a due anni, in primo grado, per falsificazione di testamento, procedimento di cui si attende ora il giudizio d'appello.

(Unioneonline/l.f.)
© Riproduzione riservata