L'abitudine di Ilenia Fabbri, la donna sgozzata a Faenza il 6 febbraio scorso, di chiudersi in casa alla sera mettendo i ganci di sicurezza alla porta di ingresso e chiudendo anche una porta "tagliafuoco" della sua abitazione di Faenza è una delle prove che secondo gli inquirenti inchioderebbero l'ex marito della donna, Claudio Nanni, arrestato come mandante dell'omicidio, e Pierluigi Barbieri, in cella anch'esso e ritenuto l'esecutore materiale del delitto.

Decisiva, in merito, è la presenza nella casa, nella notte tra il 5 e il 6 febbraio, della figlia della coppia, Arianna, che al mattino dopo doveva partire con il padre. Proprio la figlia infatti, uscendo, avrebbe dovuto rimuovere - questo il piano, secondo le ricostruzioni degli investigatori - i ganci di cui sopra, consentendo al killer di entrare grazie alle chiavi di casa, che altrimenti non sarebbero servite a nulla.

"I dispositivi potevano essere disattivati solo dall'interno, per cui entrare da quella porta, anche disponendo delle chiavi, sarebbe stato impossibile in qualsiasi altro giorno, perché Arianna doveva uscire, per andare a Lecco con il padre e, alle sei del mattino, nessuno avrebbe comunque richiuso i chiavistelli e la porta tagliafuoco", si legge nell'ordinanza del Gip Corrado Schiaretti, che ha disposto gli arresti su richiesta dei pm.

Da questo, si legge ancora nell'ordinanza, si deduce "che per chi avesse deciso di uccidere Ilenia la scelta della giornata, quella giornata, sarebbe stata obbligata, anche avendo la chiave".

Proseguono intanto le indagini per ampliare il quadro probatorio. Da quanto filtra, in passato in numerose occasioni Fabbri avrebbe minacciato di morte, direttamente o indirettamente, la moglie Ilenia. E il rapporto tra i due sarebbe stato caratterizzato anche da ripetuti maltrattamenti, oltre che da cause, penali e civili, per questioni di soldi, per la proprietà della casa e per il mantenimento della figlia 21enne dopo la separazione.

(Unioneonline/l.f.)
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