Le Regioni chiedono che "per i provvedimenti che introducono restrizioni particolari per singoli territori si attivino anche contestualmente gli indennizzi per le categorie coinvolte".

Lo riferisce il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, al termine del vertice che si è tenuto nel pomeriggio: "E a questo scopo è anche necessario che i provvedimenti restrittivi regionali siano adottati con l'intesa del ministro della Salute".

Nelle prossime ore, ha aggiunto, tutte le Regioni "presenteranno al governo una piattaforma di proposte in vista del prossimo Dpcm, nella convinzione che occorra un deciso cambio di passo nella campagna vaccinale e per la ripresa economica. Anche per questo abbiamo chiesto al Governo un incontro urgente".

"La priorità adesso - ha proseguito Bonaccini - è la campagna vaccinale. Sta andando a rilento. E questo non per disguidi organizzativi, per carenza di personale o indisponibilità della popolazione. Il problema è nell'approvvigionamento. Per questo chiediamo al Governo di intraprendere ogni sforzo per reperire più dosi. Le Regioni sono a disposizione nelle forme e nei modi utili e possibili, a partire dal coinvolgimento diretto di aziende e filiere nazionali. È poi necessaria anche una verifica sul personale che occorrerà coinvolgere e stiamo già collaborando attivamente con il Governo per arrivare ad un accordo quadro con i medici di medicina generale", conclude Bonaccini.

ITALIA ARANCIONE - Lunedì intanto è stato convocato un consiglio dei ministri per lavorare al nuovo decreto. Si discute in queste ore della possibilità di una Italia tutta arancione, ossia di restrizioni omogenee per l'intero territorio nazionale, ma la proposta avanzata ieri dal presidente Bonaccini genera non pochi dissensi. Concordano la Toscana, la Campania, la Lombardia, ma il vicepresidente della Conferenza Giovanni Toti, governatore ligure, ha espresso la sua contrarietà. "Il Paese si aspetta di ripartire", ha detto. E ha proposto una zona gialla nazionale.

Davanti a un'ipotetica Italia tutta arancio oggi ha tuonato anche il leader della Lega Matteo Salvini. "Basta con gli annunci, gli allarmi e le paure preventive", ha detto stigmatizzando "lockdown ingiustificati e generalizzati".

Le varianti intanto corrono, impongono nuove zone rosse, e si registra anche il primo morto da variante brasiliana: un uomo di 67 anni deceduto all'ospedale di Chieti dopo essere rientrato dall'Umbria. Una delle prime decisioni che dovrà prendere il governo sarà quella sullo stop della mobilità tra Regioni col decreto che scade il 25 febbraio: l'intenzione, visti i dati, è quella di prorogare il blocco almeno fino al 5 marzo quando scade il dpcm attuale che norma le misure anti-Covid.

(Unioneonline/D)
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