Tutta Italia zona arancione per tre settimane o un mese. E' la nuova ipotesi allo studio per arginare la diffusione delle varianti del virus.

Il 25 febbraio scade il divieto di spostamento tra Regioni e il governo Draghi è chiamato a prendere la sua prima decisione sul fronte del contenimento della pandemia.

Consentire la libera circolazione sul tutto il territorio nazionale o prorogare il divieto?

Dalle Regioni arriva un messaggio chiaro, modificare il sistema di divisione per fasce prendendo misure omogenee su tutto il territorio nazionale. Ed evitare il continuo apri e chiudi che "penalizza i titolari delle attività e disorienta i cittadini".

Tra le ipotesi quella che sembra convincere di più il ministro Speranza, ventilata da alcuni governatori sia di centrodestra che di centrosinistra (da De Luca a Fontana, passando per Bonaccini), è quella di una zona arancione nazionale per qualche settimana. Come nel periodo di Natale, dunque, in seguito al quale ci fu una frenata dei contagi. E magari con weekend rossi.

L'indice Rt è in aumento da tre settimane ed è tornato a sfiorare quota 1, da domani tornano in fascia arancione anche Campania, Emilia Romagna e Molise.

Il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini ha convocato per le 17 di oggi i governatori, per "valutare l'attuale sistema di regole per la gestione e il contenimento della pandemia in vista del prossimo Dpcm". Dalla riunione dovrebbe scaturire un documento unitario da presentare al governo.

Anche se non tutti sono d'accordo, il ligure Giovanni Toti chiede restrizioni su base provinciale.

"Zona arancione in tutta Italia? Basta con gli annunci, gli allarmi e le paure preventive che hanno caratterizzato gli ultimi mesi, se ci sono zone più a rischio si intervenga in modo rapido e circoscritto, si acceleri sul piano vaccinale ma non si getti nel panico l'intero Paese", attacca invece Matteo Salvini.

(Unioneonline/L)
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