"Non luogo a provvedere". Si chiude così il procedimento, davanti alla quinta Corte d'Appello di Milano, per Cecilia Marogna, la manager cagliaritana arrestata a Milano a ottobre nell'indagine vaticana relativa all'ex cardinale Angelo Becciu.

Una sentenza scontata: nell'udienza di lunedì scorso si era saputo che le autorità vaticane avevano deciso di rinunciare a chiedere la sua estradizione.

Nel frattempo il Giudice istruttore della Città del Vaticano, accogliendo l'istanza dell'Ufficio del Promotore di Giustizia, aveva revocato la misura cautelare nei confronti della 39enne, accusata di peculato. Misura che era appunto, hanno spiegato le autorità d'Oltretevere, il "presupposto" per l'istanza di consegna.

A carico della 39enne, ha precisato il Promotore di giustizia vaticano, è "di imminente celebrazione il giudizio". Nel frattempo, i legali di Marogna, gli avvocati Massimo Dinoia, Fabio Federico e Maria Cristina Zanni, che a fine ottobre ottennero la scarcerazione e il 17 dicembre l'annullamento da parte della Cassazione della misura cautelare emessa dalla Corte milanese, hanno criticato la "fuga senza onore".

La difesa voleva che si arrivasse a discutere nel merito e contestava dall'inizio le basi legali della richiesta di estradizione. In queste ore è arrivato il deposito della sentenza che ha chiuso il procedimento milanese.

(Unioneonline/D)
© Riproduzione riservata