Stretta del governo non solo sugli spostamenti tra Regioni ma anche sui rientri dall'estero in Italia. E il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese garantisce più controlli per il rispetto delle regole previste dal nuovo dpcm contro la diffusione del Covid.

Siamo entrati "in una fase molto delicata del contrasto alla pandemia in cui si cerca di contemperare l'esigenza di non paralizzare una seconda volta le attività economiche con l'obiettivo, primario, di contenere la diffusione del virus", ha detto in un'intervista alla Stampa.

Per quanto riguarda il controllo delle frontiere: "Il problema si porrà in particolare a Natale, quando sono più frequenti gli spostamenti da e per l'estero e dunque anche chi decide di oltrepassare i confini nazionali dovrà sottoporsi a controlli più serrati al momento del rientro in Italia". Ma "in questi mesi abbiamo dovuto affrontare, anche sotto il profilo della sicurezza sanitaria, il problema dei flussi migratori irregolari. Tutti i migranti che arrivano in Italia vengono sottoposti al test del tampone e alla quarantena: la percentuale dei positivi nei centri di accoglienza è oggi del 2,06%". Quest'anno, "a causa della grave crisi economica innescata dal Covid-19, abbiamo registrato un aumento consistente degli arrivi, con quasi 14mila sbarchi soltanto dalla Tunisia".

Nei centri di accoglienza "sono presenti circa 56mila persone; quest'anno i rimpatriati sono 3.243 di cui 1.753 in Tunisia". Venendo al nuovo decreto Sicurezza, contestato dall'opposizione, Lamorgese precisa che pur migliorando "gli aspetti di garanzia - restituendo un volto e un nome a migliaia di 'fantasmi' che si erano trovati al di fuori del circuito dell'accoglienza per effetto dei precedenti decreti - certamente non arretra sul fronte del rispetto della legalità".

Per il resto "le forze di polizia continueranno a svolgere i controlli necessari con l'impegno e l'equilibrio di sempre: dal 1° settembre al 30 novembre, sono state controllate oltre sei milioni di persone e circa un milione di attività commerciali, con 50mila sanzioni e quasi duemila denunce" spiega. Intanto "da fine ottobre, con un picco nella prima metà di novembre, abbiamo assistito in tutta Italia a più di mille manifestazioni di protesta delle categorie colpite dalle chiusure e dalla crisi economica che solo in pochi casi sono risultate un problema per l'ordine pubblico". Fin qui, "dato un contesto di crisi sociale ed economica senza precedenti, il bilancio per l'ordine pubblico può considerarsi positivo".

(Unioneonline/D)
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