Ha ingoiato sacchetti dell'immondizia fino a soffocarsi.

Si è tolto così la vita Vito Clericó, il 64enne di Garbagnate Milanese (Milano) condannato in secondo grado all'ergastolo per l'omicidio nel 2017 dell'amica e promoter di 58 anni Marilena Rosa Re e rinchiuso nel carcere di Busto Arsizio (Varese).

A dare l'allarme, a quanto emerso, è stato il suo compagno di cella che, non vedendolo tornare dai bagni comuni, ha pensato si fosse sentito male. Immediato l'intervento di medici e agenti di polizia penitenziaria, ma per l'uomo non c'è stato nulla da fare. Clericó ha lasciato una lettera nella quale spiegava il suo gesto criticando l'operato della giustizia.

Da tempo, a quanto si apprende, mangiava poco e sosteneva di patire la detenzione.

IL DELITTO - Marilena Re scomparve da casa nel luglio del 2017 e solo nel settembre successivo il killer, interrogato dagli inquirenti, ammise che il suo cadavere si trovava nel suo orto. Del delitto aveva però incolpato un misterioso uomo corpulento.

Dopo aver cambiato otto volte versione, confessò di averla uccisa, poi decapitata e fatta a pezzi, e di aver nascosto il corpo nel suo terreno e la testa in un campo di Garbagnate, dove fu ritrovata dagli investigatori in un sacco, tra i rovi. Movente del delitto sarebbe il denaro: una somma che la vittima aveva chiesto a Clericó e a sua moglie di tenere nascosta in casa, per poi richiederla indietro.

(Unioneonline/D)
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