"A fronte della campagna di stampa che 'L'Espresso', sin dal 24 settembre scorso, ha condotto senza soluzione di continuità in relazione alla mia persona con una serie di accuse, tutte assolutamente prive di fondamento, ho promosso azione civile, tramite lo studio legale Callipari del Foro di Verona, per il risarcimento degli enormi danni patiti".

Lo annuncia Angelo Becciu attraverso il suo legale.

"La documentazione presentata al Tribunale prova l'assoluta infondatezza delle ricostruzioni pubblicate a più riprese dal citato settimanale - aggiunge - Il diritto-dovere di informare non ha nulla a che vedere con quanto è stato scritto nei miei confronti, in un crescendo di distorsioni della realtà che hanno deliberatamente massacrato e deformato la mia immagine di uomo e di sacerdote", sottolinea Becciu ribadendo che "per tale ragione, anche alla luce dell'estrema gravità delle infondate accuse, chi si è reso protagonista di queste propalazioni ne risponderà davanti ai giudici".

"Risponderà, peraltro, di avermi fatto passare per 'indagato' senza che io abbia mai ricevuto alcuna comunicazione giudiziaria né dalla giustizia vaticana né da quella italiana; risponderà per avermi accusato di condotte deprecabili che ho, anche documentalmente, smontato una a una, a partire proprio da quella più dolorosa di aver distratto fondi, della Chiesa e dei fedeli, in favore dei miei familiari. Fino al fantasioso complotto ai danni del cardinale Pell, con ingerenze illecite dirette a condizionare il suo processo. Tutto falso. A fronte del danno planetario che queste eccentriche 'inchieste' hanno arrecato alla mia persona e, quel che è più importante, alla Chiesa tutta, è stata avanzata una richiesta di un cospicuo risarcimento, da devolvere interamente per opere caritatevoli".

"Continuerò a servire la Chiesa e a essere totalmente fedele al Santo Padre e alla Sua Missione, ma spenderò ogni mia residua energia per fare in modo che, anche a Loro tutela, sia ristabilita la verità attraverso gli accertamenti giudiziari che ho promosso e che sarò eventualmente costretto a promuovere, anche in sede penale, tramite l'avvocato Fabio Viglione, ove dovessero proseguire le gravi e diffamatorie mistificazioni della realtà sul mio conto", si legge ancora nella nota.

LA REPLICA - "Angelo Becciu ha fatto arrivare oggi da parte dei suoi legali un atto di citazione nei confronti dell'Espresso, con la richiesta di risarcimento di dieci milioni di euro. Come cittadino italiano ne ha piena facoltà, sarà un tribunale a decidere sul merito e questo giornale non ha nulla da temere - è la versione del settimanale -. Siamo sicuri di aver compiuto il nostro lavoro e il nostro dovere di informazione, con correttezza e professionalità, consapevoli della eccezionale rilevanza pubblica della questione".

"Ma Angelo Becciu - prosegue la testata - non è un cittadino comune, come recita la prima riga dell'atto. Si qualifica come Sua Eminenza Reverendissima cardinale Giovanni Angelo Becciu. È un cardinale della Chiesa cattolica, residente in Vaticano, che querela un giornale italiano sentendosi diffamato. Ancora più stupefacenti le motivazioni che il cardinale Becciu espone per spiegare la sua decisione".

E quindi il resoconto di quanto accaduto, a cominciare dalla sera del 24 settembre scorso, quando Becciu è stato ricevuto da Papa Francesco e poco dopo è trapelata la notizia delle sue dimissioni.

"Nessuno sa cosa si siano detti il Papa e il cardinale in quell'udienza, a eccezione di loro due. Almeno fino a oggi, quando è arrivato l'atto di citazione. I legali di Becciu affermano di voler procedere contro l'Espresso perché 'una copia dell'Espresso era in mano al Santo Padre ed era la copia che costui aveva in mano al momento del licenziamento'. 'Costui' è il Papa in persona: così si riferisce al Papa un cardinale da lui creato che gli ha promesso fedeltà usque ad sanguinis effusionem, fino all'effusione del sangue, come recita la formula del giuramento. Invece, per il cardinale Becciu, il romano pontefice, successore dell'apostolo Pietro, vicario di Cristo, sarebbe una persona suggestionabile, influenzabile, facilmente condizionabile al tal punto che basta un articolo giornalistico per fargli capovolgere il giudizio su un suo uomo di fiducia".

Aggiunge ancora il settimanale: "Se il cardinale possiede il curriculum così puntigliosamente riportato nel documento dei suoi legali e un'immagine specchiata, per quale motivo Papa Francesco ha deciso di credere a un'inchiesta giornalistica e non a lui?".

(Unioneonline/F)
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