Il nuovo dpcm del governo Conte sembra scontentare un po' tutti, dai ristoratori agli esercenti cinematografici, dai gestori dei giochi a quelli delle palestre.

Senza contare lo scetticismo delle Regioni che chiedono al governo di "valutare se qualche correzione ci potrà essere".

"Secondo noi - spiega il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini - era meglio chiudere i centri commerciali il sabato e la domenica dove si affolla tanta gente piuttosto che ristoranti, teatri, cinema e palestre che rispettavano le regole". Di contro una parte del mondo scientifico chiede una linea più dura, come il consigliere del ministero della Salute, Walter Ricciardi. "La via da seguire - spiega Ricciardi - è quella delineata da una ricerca dell'Università di Edimburgo pubblicata su Lancet la scorsa settimana. È necessario un altro lockdown". Secondo Ricciardi di particolare criticità la situazione di Milano e Napoli, città in cui il virus si sta diffondendo in maniera esponenziale.

Il viceministro della Salute, Pier Paolo Sileri, ha invece giudicato il provvedimento di Conte "proporzionato alla situazione per addolcire la curva del contagio".

Non mancano le forti critiche del mondo produttivo col presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, che sostiene come le nuove misure produrranno "danni gravissimi alle imprese, danni insopportabili". E aumentano le proteste nelle piazze italiane, con il rischio di infiltrazione della criminalità organizzata.

Secondo il presidente dell'Istituto Mario Negri di Milano, Silvio Garattini, le misure "danno un colpo al cerchio e uno alla botte tra salute ed economia ma non arrivano al punto giusto, perché continuano ad aumentare i contagi e i morti". "Se il nuovo decreto è indovinato - chiosa il responsabile Malattie Infettive dell'ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli - lo vedremo fra due settimane".

A guidare il malcontento territoriale, dopo la sintesi di Bonaccini che chiede modifiche, e coagulate nelle regioni di centrodestra, il governatore del Veneto, Luca Zaia. "Questo provvedimento non ci voleva, e facciamo fatica a farlo accettare - spiega -. Faccio appello al governo perché lo riveda". "Seri dubbi" sono stati espressi anche dal collega lombardo, Attilio Fontana, che chiede "immediati ristori" alle categorie coinvolte dalle chiusure. Eugenio Giani, presidente della Toscana e vicino a Matteo Renzi, spiega che non attuerà misure più restrittive rispetto a quelle previste dal Dpcm, evitando dunque il il coprifuoco dalle 24 alle 5 che già è in vigore in altre regioni d'Italia, come Lazio, Lombardia, Campania e Piemonte.

(Unioneonline/v.l.)
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