Sono nove le regioni con Rt, l'indice di trasmissione del coronavirus, superiore a 1.

Sono i risultati principali del monitoraggio settimanale del ministero della Salute e dell'Iss pubblicato oggi e relativo alla settimana dal 3 al 9 agosto.

Il dato medio italiano scende a 0,96 dal valore di 1,01 e anche le regioni con Rt sopra l'1 da dodici passano appunto a nove: "Questo indica che - scrivono gli esperti nel report -, il numero di casi sintomatici diagnosticati nel nostro Paese è stato sostanzialmente stazionario nelle scorse settimane".

In Sardegna l'indice sale lievemente a 0.33 (la settimana scorsa era a 0.12): per le altre Regioni Abruzzo 1.33 Basilicata 0 Calabria 0 Campania 0.86 Emilia Romagna 0.77 Friuli Venezia Giulia 0.32 Lazio 0.99 Liguria 1.05 Lombardia 1.13 Marche 1.02 Molise 0 Provincia di Bolzano 0.97 Provincia di Trento 0.78 Piemonte 1.04 Puglia 1.14 Sicilia 1.41 Toscana 1.28 Umbria 0.76 Val D'Aosta 0.37 Veneto 1.20.

Nonostante il calo però la situazione viene definita dagli esperti di "transizione con tendenza ad un progressivo peggioramento" e le infezioni contratte nella seconda metà di luglio 2020 mostrano "importanti segnali di allerta per un possibile aumento della trasmissione".

Colpa dei focolai, che si avvicinano a quota mille, 925 per la precisione, con 225 che si sono aggiunti solo nell'ultima settimana. Un aumento dovuto a persone che arrivano dall'estero o che rientrano dopo le vacanze fuori dall'Italia, spiega Giovanni Rezza, direttore della Prevenzione Sanitaria del ministero della Salute.

"Il numero dei casi rispetto alla scorsa settimana è in leggero aumento, anche se l'Rt rimane intorno a 1- afferma Rezza -. Per quanto riguarda i focolai se ne registrano diversi, alcuni di dimensioni rilevanti, in gran parte dovuti a casi importati dall'estero o a persone che rientrano da viaggi per turismo. Per questo è importante continuare a seguire le indicazioni delle autorità sanitarie, evitare assembramenti, tenere comportamenti prudenti, mentre da parte sua la sanità pubblica deve fare quello che ha fatto finora con tempestività, identificare i focolai e contenerli rapidamente".

Confermata anche l'età mediana dei casi diagnosticati nell'ultima settimana che si sta stabilizzando intorno ai 40 anni. I focolai vedono un sempre minor coinvolgimento di persone anziane e questo comporta un rischio più basso nel breve periodo di un possibile sovraccarico dei servizi sanitari.

(Unioneonline/D)
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