Era l'inizio di marzo, e precisamente il 3 marzo, quando il Comitato tecnico scientifico, organismo istituito durante l’epidemia da Covid-19 per consigliare il governo su questioni sanitarie, invitò a imporre la "zona rossa" anche a Nembro e Alzano Lombardo, due comuni della val Seriana, in provincia di Bergamo.

Lo si legge nel verbale della riunione reso pubblico dal consigliere regionale della Lombardia Niccolò Carretta che lo scorso 6 aprile ha fatto una richiesta al Pirellone di accesso agli atti riguardo la zona rossa bergamasca.

Il motivo della proposta, si legge nel verbale pubblicato oggi dall'Eco di Bergamo, è "limitare la diffusione dell'infezione nelle aree contigue".

Alla fine, però, la raccomandazione non fu ascoltata, e il lockdown arrivò solo, per l'intera Lombardia, con l'annuncio del premier Conte del 9 marzo.

Quasi una settimana di tempo, troppo, dando così vita a uno degli errori più gravi nella gestione dell’epidemia e contribuendo a creare uno dei focolai peggiori al mondo.

Le responsabilità della mancata istituzione della zona rossa in val Seriana sono rimbalzate poi fra Governo e Regione Lombardia, che avrebbe avuto il potere di farla autonomamente. L’amministrazione regionale lombarda, da parte sua, ha detto che lasciò esplicitamente la decisione al governo.

Sulla vicenda è già in corso un'indagine della Procura di Bergamo, nell'ambito della quale sono stati sentiti il premier Conte, il governatore Attilio Fontana e l'assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera.

(Unioneonline/v.l.)
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