Mai abbassare la guardia. C'è un nuovo focolaio che preoccupa la Capitale, è esploso all'Ircss San Raffaele alla Pisana.

Nato a metà maggio, ha iniziato a mostrare i suoi effetti nei giorni scorsi. Solo oggi 14 contagi sono riferibili a quel cluster, che ha causato finora 55 casi e un decesso.

Dal 5 giugno è stato disposto l'isolamento della struttura, che è zona rossa: non vi si può entrare né uscire se non autorizzati dalla Asl roma 3. E la Procura ha affidato ai Nas gli accertamenti preventivi per stabilire se aprire un'inchiesta.

Dei casi registrati nella struttura "24 sono riferiti a pazienti trasferiti, uno è un paziente deceduto, 9 sono dipendenti della struttura, 7 sono esterni", ha fatto sapere l'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato. I restanti sarebbero la coda del focolaio, i contatti dei pazienti o operatori sanitari contagiati. L'origine del focolaio, secondo l'assessore e il commissario straordinario della Asl Roma 3, Giuseppe Quintavalle, sarebbe riferibile "ad alcuni operatori della struttura". Ma il San Raffaele non ci sta e replica: "Smentiamo che ci sia certezza sull'origine del contagio, l'indagine epidemiologica è ancora in corso e dai dati in possesso della struttura e messi a disposizione della Asl sembra emergere una origine derivata dall'invio di pazienti già positivi da parte di alcuni presidi ospedalieri".

Parla di cluster "al momento circoscritto" D'Amato, ma i casi aumentano di giorno in giorno e sono destinati a crescere ancora. Tutti i pazienti dimessi dalla struttura dal 18 maggio in poi e tutti i loro contatti sono stati invitati al drive in per effettuare i test sierologici. File lunghissime, con il drive in al Forlanini preso letteralmente d'assalto, tanto che la Polizia locale ha dovuto chiudere per circa un'ora il tratto di strada davanti all'ingresso. Sono almeno 1.800 i test da effettuare secondo la Regione.

(Unioneonline/L)
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