"Non c'è una sola prova che sia stata assassinata".

Così Davide Cannella, l'investigatore ingaggiato dall'ex Vigile del fuoco Michele Buoninconti che sta scontando ad Alghero la condanna definitiva a 30 anni per l'omicidio della moglie Elena Ceste.

"Non lo dimostrano gli atti, nemmeno le perizie, non l'ha dimostrato nessuno, si è soltanto ipotizzato: è un grave errore giudiziario - prosegue Cannella, della Falco Investigazioni, che su incarico dell'uomo e dei suoi familiari da un mese e mezzo ha ripreso le indagini sul caso -. In carcere con Michele abbiamo parlato del momento in cui la moglie è scomparsa, quella mattina in cui lui stava portando i figli a scuola, di quando è rientrato e ha trovato gli abiti della donna. Noi abbiamo una tesi diversa".

Buoninconti, che in carcere sta studiando per conseguire una laurea in Economia e Commercio, si è sempre dichiarato innocente, nonostante la condanna di primo grado sia stata confermata in Appello e Cassazione, e non è escluso che chieda la revisione del processo.

Il delitto si è consumato nel gennaio del 2014, quando la 37enne, mamma di quattro figli, è sparita dalla sua casa di Costigliole d'Asti.

Il cadavere è stato ritrovato mesi dopo in un canale poco distante dall'abitazione.

In questi giorni Elisa (la più grande delle figlie di Elena) ha scritto una commovente lettera pubblica ai nonni: "Avete tenuto unita la famiglia. Siete voi gli artefici di questo miracolo di unità".

(Unioneonline/M)
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