I genitori del piccolo Gabriele, il bimbo affetto da Sifd, anemia sideroblastica, per cui l'Italia intera si è mobilitata, possono tornare a sorridere: "Sembrerebbe - hanno infatti annunciato dalla loro pagina Facebook - che ci sia un donatore compatibile".

Il piccolo rappresenta al momento l'unico caso conosciuto in Italia di manifestazione di questa rarissima malattia, che comporta l'immunodeficienza delle cellule B, febbri periodiche e ritardi dello sviluppo.

Per lui era stata lanciata una gara di solidarietà con gazebo in varie città e con l'obiettivo di trovare un donatore di midollo osseo compatibile.

E ora, secondo quanto riferito dai genitori Mena e Cristiano tramite la pagina social "Gabry Little Hero", pare si sia finalmente arrivati a quanto sperato. "Non ci è dato sapere se questa persona sia stata contagiata dalla storia di Gabry - spiegano i genitori - o dal contagio di qualche altro piccolo eroe. L'importante è che ci sia, e che sia quell'1 su 100.000 che stavamo cercando piazza per piazza".

A luglio scorso i medici avevano comunicato che la terapia biologica alla quale Gabriele era sottoposto stava funzionando e stava contenendo la malattia, allontanando l'ipotesi del trapianto. Ad agosto però è giunta la cattiva notizia: la malattia continuava a farsi avanti e il trapianto di midollo osseo si è reso nuovamente necessario. "La notizia è stata dura - scrivono - ma è stata accompagnata anche da un'emozione enorme: sembrerebbe che ci sia un donatore compatibile".

Entro gli inizi del prossimo ottobre, "Gabry Little Hero" potrà dunque essere sottoposto all'intervento che gli darà una nuova vita, agli Spedali Civici di Brescia.

Nel frattempo, occorre prepararsi con un "ricondizionamento". "Gli saranno somministrati dei chemioterapici che azzerano il suo midollo - afferma il padre del piccolo - Questo significa che per un bel po' lui e la mamma, Mena, vivranno in un ambiente del tutto sterile, isolati dal mondo perché Gabry non avrà difese di alcuna natura". Solo dopo questa fase, avverrà il trapianto.

"È un'infusione della sacca di cellule staminali emopoietiche - spiega - Poi staremo a vedere cosa accade, con controlli ogni 3 giorni".

Come per il piccolo Alex, malato di linfoistiocitosi emofagocitica, la cura possibile è il trapianto di midollo. Anche per Alex si era mobilitata la città, con i gazebo dell'Admo, Associazione donatori di midollo osseo. E anche per Alex i genitori avevano lanciato un appello a "trovare il tipo giusto".

Il piccolo, a novembre 2018, è stato sottoposto a trapianto dal midollo di uno dei due genitori, non compatibile al 100%, cosa che ha richiesto una fase pre e post molto lunga, ma che pare abbia dato i suoi frutti.

(Unioneonline/v.l.)
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