Fa il giro del mondo la foto di Christian Gabriel Natale Hjort, uno dei ragazzi arrestati per la morte di Mario Cerciello Rega, il carabiniere di 35 anni ucciso a coltellate a Roma, a capo chino, ammanettato e bendato in caserma, prima dell'interrogatorio da parte dei carabinieri.

L'immagine (che divulghiamo per esclusivo dovere di cronaca) campeggia sulla home page della Cnn, accanto al titolo "choccante" e anche tutti gli altri maggiori siti di informazione Usa sottolineano il trattamento riservato al giovane statunitense.

Dopo la diffusione dell'immagine, la Procura di Roma è pronta ad aprire un fascicolo, mentre l'Arma ha avviato un'indagine interna, annunciando che il militare che ha messo la benda all'indagato sarà trasferito a un reparto "Non operativo".

Lo scatto ha suscitato reazioni diverse nel mondo della politica.

Il ministro dell'Interno Matteo Salvini, condividendo lo scatto, ha sottolineato che, nella vicenda, "L'unico vittima è il carabiniere".

Altri, invece, hanno espresso biasimo e indignazione. Tra questi Pietro Grasso, ex magistrato ed esponente di Liberi e Uguali.

"Quando arrestammo Bernardo Provenzano, o quando interrogai Giovanni Brusca, mi trovai davanti uomini che avevano commesso le stragi, fatto uccidere colleghi e amici, progettato il mio omicidio e il rapimento di mio figlio. Potete immaginare il mio stato d’animo. Ho sempre avuto chiaro però quale fosse il mio ruolo: quello di rappresentante dello Stato", ha scritto l'ex presidente del Senato.

La polemica sull'immagine arriva proprio nel giorno del dolore per la tragica morte del vicebrigadiere Cerciello Rega.

A Roma, in piazza Monte di Pietà, una folla composta ha reso omaggio alla salma del militare di Somma Vesuviana visitando la camera ardente.

Presente anche la moglie del 35enne, che ha ricevuto il saluto e messaggi di vicinanza anche dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dal sindaco della Capitale, Virginia Raggi.

Intanto, prosegue l'inchiesta per chiarire i fatti della maledetta notte del 26 luglio scorso.

Gli investigatori hanno rintracciato lo spacciatore che ha venduto aspirina al posto della cocaina ai due giovani americani, innescando gli accadimenti che hanno poi portato all'aggressione del vicebrigadiere, ucciso con 11 coltellate.

E si valuta attentamente anche la posizione di Sergio B., l'uomo derubato dello zaino, che i due americani avrebbero "ricattato" per essere risarciti dopo il raggiro del pusher.

Proprio Sergio B., dopo il furto, aveva allertato i carabinieri, chiedendo di essere accompagnato all'appuntamento per lo scambio al Quartiere Prati.

Della telefonata al 112 è stato diffuso anche un audio, dove l'uomo racconta l'accaduto, spiegando al centralino dell'Arma le pretese dei due giovani statunitensi.

Una vicenda che presenta ancora molti punti oscuri su cui gli inquirenti sono ancora a caccia di riscontri.

(Unioneonline/l.f.)
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