Quando nei mesi scorsi i carabinieri di Reggio Emilia iniziarono a indagare sul "caso Bibbiano", acquisendo atti negli uffici pubblici, la dirigente dei servizi sociali della Val d'Enza, Federica Anghinolfi, si rivolse al Garante regionale per l'infanzia per bloccare l'inchiesta, dicendo che l'attività dei militari stava di fatto intralciando i procedimenti sui minori.

È uno dei nuovo ed inquietanti elementi che risultano dalle carte dell'inchiesta "Angeli e Demoni" sugli affidi illeciti nel Reggiano.

Il fatto che Federica Anghinolfi, oggi agli arresti domiciliari e una delle figure centrali della vicenda, si rivolse al Garante, emerge dalle intercettazioni.

Accanto a questo risvolto, ad emergere oggi anche il fatto che alcuni genitori, a cui erano stato tolti i bambini, contatattarono lo stesso Garante, chiedendo un aiuto per le loro situazioni.

Il Garante chiese allora al servizio sociale della Val d'Enza una relazione sui fatti.

(Unioneonline/v.l.)
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