"Quando mia figlia tornerà farò di tutto per dissuaderla a partire di nuovo con la Sea Watch, ma la conosco bene e so che sarà inutile e lo farà di nuovo".

Ekkehart Rackete, padre di Carola, ne è certo. L'arresto della figlia dopo 17 giorni in mare con a bordo 40 migranti non cambierà le cose né gli obiettivi della 31enne. La capitana è stata ammanettata ieri dai finanzieri con l'accusa di "resistenza o violenza contro nave da guerra", reato punibile con pene dai tre a 10 anni di detenzione. La Finanza parla di speronamento nei confronti di una motovedetta.

"Mi ha detto che stava bene e verrà interrogata lunedì - prosegue il papà dell'indagata -. Era serena e mi ha consigliato di non preoccuparmi, perché è tutto a posto. Le cose ora seguiranno il loro corso, ma alla fine l'Italia è una democrazia, per cui ho piena fiducia nelle vostre autorità. Del resto anche Carola mi ha raccontato che tra chi l'ha arrestata c'era chi era dispiaciuto".

I genitori non andranno a Lampedusa: "Credo che Carola saprà cavarsela da sola. So che è stata fatta già una raccolta di denaro per la sua difesa, e questo rivela anche il carattere del popolo italiano, non penso che dovrà affrontare da sola i magistrati".

Intanto i migranti che si trovavano a bordo della Sea Watch 3 sono stati trasportati nel centro di accoglienza di contrada Imbriacola.

(Unioneonline/M)
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