Ventisette anni dopo la strage di via D'Amelio a Palermo, costata la vita al giudice Paolo Borsellino e alla sua scorta (tra le vittime anche la poliziotta sarda Emanuela Loi), arriva un nuovo colpo di scena nell'inchiesta aperta per verificare l'ipotesi di depistaggio delle indagini.

Due magistrati, infatti, sarebbero stati iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Messina, con l'accusa di calunnia aggravata.

Da quanto si apprende si tratta di Annamaria Palma, oggi avvocato generale a Palermo, e Carmelo Petralia, procuratore aggiunto a Catania.

L'inchiesta sul depistaggio era partita da Caltanissetta, i cui pm avevano indagato e poi incriminato tre poliziotti del pool che si occupò di fare luce sulla strage.

Dal processo erano emerse anche "gravi omissioni" nel coordinamento dell'indagine sull'eccidio, costata la condanna all'ergastolo di otto innocenti. Tale coordinamento competeva, tra gli altri, anche a Pratalia.

Ora la sua posizione, assieme a quella della collega, sarà valutata nell'ambito della nuova inchiesta, che mira a fare piena luce su uno degli episodi più tragici e oscuri della storia recente italiana.

(Unioneonline/l.f.)
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