A 714 giorni da quella tragica notte del 3 giugno 2017 arriva la prima sentenza sui fatti di piazza San Carlo quando, durante la finale di Champions persa dalla Juve, l'utilizzo dello spray urticante da parte di una gang di rapinatori causò un fuggi fuggi generale in cui persero la vita - travolte dalla calca - due donne: erika Pioletti, morta dopo 12 giorni di coma, e Marisa Amato, dopo 17 mesi di agonia. Furono quasi 1.700 i feriti, una cifra monstre.

I quattro giovani marocchini, accusati di aver utilizzato lo spray al peperoncino per rapinare i tifosi che si erano dati appuntamento per vedere Juventus - Real Madrid, sono stati condannati a dieci anni di carcere.

Per i quattro imputati pene di dieci anni e quattro mesi o dieci anni e tre mesi di reclusione: omicidio preterintenzionale, lesioni, rapina e furto, questi i reati contestati.

I pm chiedevano condanne a 14 anni, mentre gli avvocati difensori - che faranno appello - sostengono che non fu la rapina a dare origine alla tragedia, ma un boato che terrorizzò le centinaia di persone presenti in piazza.

Sulla vicenda sono aperti anche altri due processi, che riguardano le presunte responsabilità degli organizzatori dell'evento. Sul banco degli imputati c'è anche il sindaco di Torino Chiara Appendino.

(Unioneonline/L)
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