La Napoli che non ci sta scende in piazza. Per dire basta alla camorra, per intonare - con diversi cori - la sua solidarietà alla piccola Noemi, la bambina rimasta ferita in un agguato venerdì scorso, e che lotta tra la vita e la morte in un letto di ospedale solo perché ha avuto la colpa di trovarsi al posto sbagliato al momento sbagliato.

Circa 300 persone hanno raccolto l'invito alla mobilitazione dell'associazione "Un popolo in cammino", manifestando in piazza Nazionale, teatro della sparatoria che potrebbe costare la vita alla piccola Noemi.

Il quartiere non partecipa, molti residenti guardano dai balconi, e mentre i manifestanti scandiscono i cori, ecco i fuochi d'artificio, che i clan utilizzano per marcare la loro presenza sul territorio.

Tra i 300 alcuni soliti noti: Mary Colonna, figlio di Ciro, ucciso a 19 anni per errore durante un raid di camorra, la mamma di Arturo Iavarone, il ragazzino ridotto in fin di vita da una baby gang che lo ha preso a coltellate "per svago".

Una presenza però sorprende più di tutte le altre. Quella di Antonio Piccirillo, figlio del boss Rosario, per anni indiscusso padrone di Chiaia, arrestato nel 2005.

Prende il megafono Antonio: "Mio padre è Rosario Piccirillo, un uomo che purtroppo ha fatto delle scelte sbagliate nella vita, è una camorrista".

Gli sguardi dei presenti virano tra lo stupore e la costernazione. Si teme una provocazione, ma non è così. Parla, Antonio: "Io voglio dire che i figli dei camorristi non vivono bene e che le loro famiglie fanno una vita da cane, quella che forse meritano. Ho 23 anni, è la prima volta che scendo in piazza. Lo faccio perché voglio un futuro migliore per la mia citta e per le future generazioni".

Non finisce qui, tra gli applausi dei presenti: "Lo dico ai figli dei camorristi, amate sempre i vostri padri ma dissociatevi dai loro stili di vita, perché non portano a nulla. I nostri padri ci hanno reso la vita difficile, quasi impossibile, ci hanno creato disagi esistenziali enormi. Chi fa soffrire la propria famiglia non può essere reputato un buon genitore".

E ancora: "C'è chi pensa che la camorra di una volta era meglio, non è così. La camorra ha sempre fatto schifo: le persone perbene rispettano gli altri e i camorristi non rispettano nessuno".

(Unioneonline/L)
© Riproduzione riservata