Mani e volto mostrano ancora i segni lasciati dai dispositivi di protezione. "Sono stanco e provato dal punto di vista umano, ma lo rifarei".

L'iglesiente Andrea Matzuzzi - 49 anni, coordinatore infermieristico del blocco operatorio della Casa di cura città di Quartu - fa parte del gruppo di infermieri partiti oltre Sardegna nel pieno dell'emergenza coronavirus.

A lui è toccata una Rsa di Milano, dove ha prestato la sua opera per due settimane, prima di rientrare a Iglesias: nella sua città ha appena concluso i quattordici giorni di autoisolamento.

"Rivedere i propri cari è un'emozione indescrivibile - racconta Andrea, sposato e padre di due figli - soprattutto dopo un'esperienza del genere. L'aspetto più triste è vedere le persone che stanno soffrendo, senza avere il conforto dei familiari".

Un periodo carico di emozioni anche per Renato Loddo, 48 anni, di Carbonia, sposato e padre di una bimba.

Per due settimane ha lavorato in una Rsa della Liguria e ieri, al termine del periodo di autoisolamento, è rientrato a lavoro nel reparto Dialisi dell'ospedale Sirai: "Ogni paziente merita dedizione e quello cronico in particolare. Non mi sento di aver fatto nulla di eccezionale, andando fuori: nel mio lavoro si mette in conto il fatto di dover affrontare situazioni critiche. Sono ritornato con un bagaglio, anche personale, ricchissimo".
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