"Fatemi sapere che fine ha fatto mio figlio". È l'appello accorato di Luciana Sedda, 66 anni, mamma di William Tani, meccanico di Iglesias scomparso quasi tredici anni fa insieme all'amico Giuliano Milanovic. Un grido d'aiuto (l'ennesimo) che nasce dal silenzio attorno alle indagini.

La richiesta di rinvio a giudizio per l'unica persona ritenuta coinvolta nella scomparsa di William Tani e Giuliano Milanovic - di cui si sono perse le tracce l'11 febbraio del 2007 - risale al giugno scorso. A distanza di sei mesi dall'atto che porta la firma del pm Danilo Tronci, non si è saputo più nulla. Non è stata fissata neppure la data dell'udienza preliminare, durante la quale si dovrà decidere se avviare o meno un processo nei confronti di Gianfranco Casula, 43 anni, di Carbonia. L'uomo è formalmente sospettato della sparizione di William e Giuliano, 33 e 24 anni all'epoca dei fatti.

Le ipotesi di reato sono tre: omicidio, soppressione e distruzione di cadavere. Il suo coinvolgimento (in concorso con altre persone rimaste finora sconosciute) era emerso fin dai momenti successivi alla scomparsa dei due amici, a seguito del lavoro minuzioso portato avanti dai poliziotti del Commissariato di Iglesias, e da quelli della Squadra mobile della Questura di Cagliari.

I fatti ruotano attorno a una somma di denaro (15mila euro) che il tabaccaio di Carbonia avrebbe dovuto restituire a Milanovic, ma che non aveva.
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