C'è chi arriva da Torino, chi invece da Milano o dalla Germania: mezzi anneriti dal fumo e passeggeri al seguito sono sbarcati dalla Bithia alle 9 al molo di ponente a Porto Torres.

Sono reduci da una notte di inferno, quella di mercoledì quando, poco prima delle 22, è scoppiato l'incendio nel ponte 3 del traghetto Athara, dove un camion frigo aveva preso fuoco e le fiamme avevano investito altri sette autoarticolati.

La nave partita dallo scalo ligure in direzione Porto Torres, era ritornata indietro a 40 miglia dalla costa, al largo della Corsica rientrando in porto alle 2.40.

"Per un attimo abbiamo pensato fosse successo l'inferno" - racconta una ragazza 24enne di Oristano - "il personale di bordo urlava che bisognava abbandonare la nave. Indossava la maschera per l'ossigeno e il fumo aveva invaso corridoi e cabine".

Attimi concitati in cui qualcuno è riuscito a raccogliere i propri bagagli e a radunarsi nella zona poppiera, al sicuro dove è avvenuto il conteggio.

"Ci hanno contato e ci hanno rassicurato - racconta un uomo 67 anni di Sorso - l'incendio era stato domato e quindi il comandante aveva deciso di cambiare rotta e ritornare a Genova. Ma posso dire che sono stati momenti di terrore". Sulla nave 176 passeggeri e 42 membri di equipaggio.
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