Hanno riportato a terra la spazzatura raccolta sui fondali del mare del Golfo dell'Asinara. Otto pescherecci, impegnati nel progetto Clean Sea Life, dopo alcuni giorni di pesca hanno scaricato in banchina Dogana interna 55 chili di rifiuti, tra reti, nasse, plastica e scarpe, con qualche parabordo e bottiglia rimasti imbrigliati nelle reti.

L'iniziativa è stata organizzata a supporto del disegno di legge Salva Mare del Parco nazionale dell'Asinara, in cui si inserisce il progetto europeo Clean Sea Life per promuovere le attività di pulizia dei fondali. A smaltire i rifiuti ci penserà l'Autorità di sistema portuale del mare di Sardegna con la collaborazione del Comune, della Capitaneria di porto e il sostegno del programma Life della Commissione Europea.

Una attività che, in assenza di un iter condiviso e una filiera che ne assicuri lo smaltimento al di fuori di queste iniziative sperimentali, ancora oggi è fuori legge. Così ogni giorno i rifiuti che finiscono nelle reti vengono riportati a galla e poi ributtati in mare. "Per noi è stato un successo, anche se le barche sono potute uscire solo per qualche giorno a causa del cattivo tempo - commenta Eleonora de Sabata, coordinatrice del progetto - ma i pescatori hanno chiesto se fosse possibile proseguire la pesca e avere la disponibilità dei cassonetti per conferire i rifiuti. Al momento questo non è possibile perché c'è un problema di smaltimento e di chi deve sostenere i costi. Si è in attesa dell'approvazione della legge che ottenuto il sì dalla Camera e ora è in discussione al Senato".
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