Era uno dei fiori all'occhiello del settore vitivinicolo isolano, con bottiglie apprezzate e premiate con vari riconoscimenti.

Poi l'inchiesta della Guardia di Finanza e del Nucleo Antifrodi sulla cantina "I Feudi della Medusa" di Pula che nel 2012 aveva ipotizzato l'utilizzo di uve differenti rispetto a quelle indicate nelle etichette fece scattare l'ordine della Procura di sequestrare migliaia di bottiglie per circa 3 milioni e mezzo di euro.

Oggi, terminato il processo, il giudice del Tribunale di Cagliari, Simone Nespoli, ha assolto l'imprenditore siciliano Francesco Siclari, quasi settantenne, dall'accusa di frode in commercio perché il fatto non sussiste.

Gli esperti della Procura non hanno dimostrato che il vino contenuto nelle bottiglie sequestrate fosse realmente taroccato e che siano stati violati i disciplinari. Nel 2013 l'azienda è poi fallita e sul crac pende un'altra inchiesta per bancarotta.

Siclari è difeso dall'avvocato Leonardo Filippi, mentre i curatori fallimentari hanno nominato come difensore dell'azienda il legale Massimo Ledda.
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