L'incubo è finito dopo circa sette ore.

Carabinieri e polizia hanno sfondato la porta e hanno fatto irruzione nell'appartamento di via Lepanto, a Oristano, dove un ex carabiniere, 59 anni, originario di Roma, ha tenuto in ostaggio per tutta la sera un ottantenne e la figlia malata di 43 anni.

L'uomo nel primo pomeriggio, con una scusa, è riuscito a farsi aprire la porta di casa dall'anziano vicino e poi si è barricato dentro.

E' stato lui stesso a chiamare la polizia dicendo di essere un perseguitato dalla mafia, poi per tutta la serata ha continuato con simili rivendicazioni.

Immediatamente sono arrivati polizia e carabinieri, è iniziata una lunga trattativa per cercare di convincere l'uomo ad aprire la porta e a liberare gli ostaggi ma ogni tentativo sembrava inutile.

Col passare delle ore saliva anche la tensione.

In via Lepanto sono arrivati anche il questore Giusi Stellino e altri dirigenti della Questura di Oristano, il comandante della Compagnia di Oristano Francesco Giola, il colonnello David Egidi, il 118 e i vigili del fuoco. E poi il procuratore Ezio Domenico Basso, che ha seguito da vicino l'evolversi della situazione.

Solo a fine serata, in un momento di distrazione dell'uomo e grazie al sangue freddo dell'ostaggio c'è stato il blitz. L'ottantenne è riuscito a fare passare una chiave, poi carabinieri e polizia hanno sfondato la porta.

C'è stata una violenta colluttazione, l'ex militare aveva due coltelli e ha colpito un esponente delle forze dell'ordine.

È stato poi immobilizzato e accompagnato al San Martino per alcuni accertamenti perché ha riportato qualche lieve ferita. L'uomo, che anche in passato ha avuto problemi mentali, al momento è in stato di fermo.
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