Sette anni e due mesi di reclusione.

È questa l'esemplare pena inflitta questo pomeriggio dal gup di Roma, Gaspare Sturzo a Naim Xhumari, l'automobilista albanese giudicato col rito abbreviato per omicidio stradale e omissione di soccorso: alla fine del maggio scorso, ubriaco, investì e uccise Davide Marasco, trentunenne di origini nuoresi che abitava a Roma.

Xhumari fuggì subito dopo l'impatto tra la sua auto che viaggiava contromano sulla via Casilina, e lo scooter di Davide, lasciandolo agonizzante a terra.

Erano le 3.30 della notte. Il giovane nuorese era in sella a uno scooter e andava a lavorare in un panificio. L'urto è stato così violento da strappare dalla testa del poveretto anche il casco che il giovane indossava regolarmente. Una sentenza esemplare: il pubblico ministero aveva sollecitato una condanna a 5 anni di reclusione.

"Siamo soddisfatti per la sentenza", afferma Vincenzo Morganti, legale della famiglia.

"Davide - è il ricordo della mamma, Maria Grazia Carta, insegnante - amava tanto ritornare in Sardegna. Oggi è stato riconosciuto un omicidio, ma non c'è stata giustizia. E non ci sarà fino a quando il legislatore non prevederà dei correttivi. L'omicidio stradale è una conquista, ma non basta. Servono dei correttivi se vogliamo che questo non succeda più. Bisogna migliorare la legge e soprattutto che le istituzioni si facciano carico di questo problema, io continuerò la mia battaglia nelle piazze e da lunedì a scuola perché ciò avvenga".

Ad assistere alla sentenza, erano presenti oltre ai familiari di Davide Marasco, una ventina di manifestanti: tra loro anche le madri di altre vittime della strada.
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