La Sardegna in zona bianca teme un "assalto" di persone residenti nel resto d'Italia con la "seconda casa" nell'Isola.

Un timore che riguarda soprattutto la Costa Smeralda, come conferma Roberto Ragnedda, sindaco di Arzachena, nel cui territorio, tra Cannigione, Baja Sardinia, Porto Cervo, Liscia di Vacca, sono disseminate non meno di duemila residenze vacanziere, che nei prossimi giorni potrebbero essere raggiunte, come da faq del Governo sul nuovo decreto, da chi proviene anche dalle zone rosse.

"In questo momento delicato - spiega Ragnedda - la rete dei controlli agli ingressi dai maggiori scali dell'Isola deve essere infallibile, perché il rischio è altissimo e dobbiamo difendere con tutte le nostre forze la zona bianca".

"A chi ama la Sardegna e l'ha scelta come seconda casa - prosegue il sindaco - chiedo un forte senso di responsabilità. Arzachena e l'intera Isola sono terra di accoglienza e di turismo. Sarebbe ingiusto - sottolinea il primo cittadino - condannare chi decide di spostarsi in questi giorni dalle zone rosse per occupare le seconde case nelle località turistiche".

"I sindaci - osserva ancora Ragnedda - hanno risorse umane scarse per controllare a tappeto i territori e non siamo immuni dal Covid-19. Bastano pochi errori per far salire i contagi. Turismo e salute pubblica possono andare di pari passo. Per questo chiedo a residenti e ospiti di utilizzare i dispositivi di sicurezza, di rispettare il distanziamento nei locali pubblici e all'aperto, di evitare gli assembramenti".

"Da fine gennaio - annuncia infine il sindaco - all'ufficio Anagrafe abbiamo ricevuto numerose richieste telefoniche sulla possibilità di spostarsi qui e abbiamo già registrato 25 pratiche di immigrazione da altre regioni, la maggior parte concentrate nelle ultime settimane".

GLI INDIPENDENTISTI - "Se il presidente Solinas vuole realmente tutelare i sardi faccia un atto di responsabilità emettendo immediatamente un'ordinanza, come ha già fatto il presidente della Valle d'Aosta, che vieti di uscire o entrare nell'Isola se non per comprovate esigenze di lavoro, di salute o di necessità e il divieto di entrare nell'Isola per raggiungere le seconde case". È la richiesta degli indipendentisti dell'Irs al governatore sardo.

"La nostra salute e la nostra serenità - aggiungono - sono più importanti di un fine settimana in vacanza. Non vogliamo che si verifichino nuovamente situazioni simili alla scorsa estate".

"Sui fatti che riguardano la Sardegna - insiste l'Irs - devono decidere i sardi e il governo sardo in questo caso ha pieni poteri per farlo".

(Unioneonline/l.f.-s.s.)
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