Meno di 72 ore e in Sardegna scattano le nuove regole per chi vuole trascorrere nell'Isola un periodo di ferie o chi sbarca invece per motivi di lavoro.

Mercoledì scorso l'annuncio del presidente della Regione ("Da lunedì a chi sbarca chiediamo qualche minuto del suo tempo per sottoporsi a un test rapido: se il risultato è di negatività si accede tranquillamente, in caso di positività scattano i protocolli previsti"), ieri le riunioni e gli incontri in preparazione dell'avvio della macchina organizzativa. Entro domani verrà siglato il protocollo d'intesa tra Regione e tutti gli enti che gestiscono porti e aeroporti sardi. Intanto una precisazione: nessun obbligo ma un invito a eseguirli "per la difesa non solo della salute dei sardi ma anche degli stessi turisti", sottolinea il governatore Christian Solinas.

Oltre ai sanitari scendono in campo i volontari della Protezione civile che effettueranno i tamponi rapidi, previsti quindi su base volontaria. Saranno circa cento gli uomini schierati dalla Protezione civile.

I DUBBI - I medici però nutrono ancora molti dubbi sui test rapidi negli scali: ordine e sindacati chiedono chiarezza sulle regole del piano. Giuseppe Chessa, presidente dell'Ordine dei medici della Provincia di Cagliari (il territorio della vecchia Provincia), ha un grande timore: "Che si annunci una cosa e poi non si riesca a farla, e proprio non sarebbe il caso considerati l'ondata di contagi della variante inglese e i vaccini iniettati al rallentatore qui in Sardegna".

Il presidente dell'Ordine ne è convinto: "Dopo l'annuncio, è indispensabile che arrivino fatti concreti e che si rispetti la scadenza che è stata indicata: lunedì prossimo".

(Unioneonline)

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