Minacce e incendi per liberarsi della concorrenza ed essere l'unico imprenditore sul mercato a eseguire lavori che necessitavano di gru capaci di sollevare pesi da centinaia di tonnellate.

E' l'accusa rivolta dalla procura di Cagliari a nove persone indagate a vario titolo per estorsione, danneggiamento seguito da incendio e porto abusivo di arma in luogo pubblico: si tratta del 51enne Davide Rubino, amministratore della società Rubino International, ritenuto dal pm Andrea Vacca e dagli uomini del Nucleo investigativo regionale della Forestale il mandante di atti intimidatori portati a termine dai presunti complici Alfio Rubino e Silvio Angioni di Quartu, Marko Sulejmanovic, Fadil Ahmetovic, Camil Seferovic. Aleksandro Ahmetovic e Valentino e Sadik Selimovic sono accusati di avevano esploso alcuni colpi di pistola per provarne l'efficienza facendosi riprendere in un video a Selargius (gli ultimi due) e di farsi fotografare con l'arma (il primo).

Cinque gli episodi contestati tra il settembre e il novembre 2017 a Macchiareddu, Assemini, Nuraminis. Identiche le conseguenze: i grossi mezzi venivano distrutti o danneggiati dalle fiamme dopo che i proprietari erano stati "invitati" ad abbandonare i lavori già ottenuti. Con gli attentati le vittime non potevano più seguire i cantieri già avviati né partecipare alle future gare d'appalto. Così subentrava Davide Rubino, unico ad avere ancora pezzi funzionanti.

L'inchiesta è chiusa, ora le carte sono in mano agli avvocati Rita Dedola, Francesco Marongiu, Pierluigi Concas, Annamaria Busia, Anna Maria Scarpa, Michele Satta.
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