Oggi Benedetta ha preso le matite colorate e si è messa a disegnare. Per maestro Andrea. «È anche merito suo se mia figlia si è integrata», racconta mamma Annalisa Zoccheddu: «Un registro elettronico non può essere il metro di giudizio per valutare un insegnante». Non per lei, rappresentante di classe, che guarda i risultati sulla sua bimba, né per altri ventiquattro genitori della quinta A dell'istituto comprensivo Colombo, che hanno voluto esprimere solidarietà all'insegnante recentemente sospeso - ancora una volta - perché non si piega alla tecnologia.

Solidarietà condivisa

Hanno scritto una lettera, piena di stima e apprezzamento: arriva all'indomani della decisione presa dall'Ufficio procedimenti disciplinari del Provveditorato provinciale: trenta giorni di sospensione e trattenuta sullo stipendio. Si aggiungono a un richiamo scritto e altre due messe al bando dalla cattedra collezionate da Andrea Scano in dieci mesi.

«Pazzesco, un provvedimento immotivato ed eccessivo. Parliamo di una persona professionalmente e umanamente validissima che sta difendendo la privacy dei nostri bambini», spiega la Zoccheddu, portavoce del sentimento condiviso. «Noi genitori abbiamo potuto constatare la passione, l'abnegazione e la serietà con la quale svolge il suo lavoro, l'amore che dimostra per i nostri bambini e per l'insegnamento, cui si dedica andando ben oltre le sue competenze», si legge. «Ha sempre messo al primo posto il diritto dei suoi alunni, dei nostri bambini, alla formazione e all'apprendimento, senza lasciare nessuno indietro e trovando sempre il modo per rendere attuale e coinvolgente la didattica». Sino alla promessa che non lo lasceranno solo: «Siamo e saremo con lui, qualsiasi azione voglia intraprendere a tutela della sua dignità professionale e umana».

La conclusione è a voce: «Vorrei che capissero che c'è tanto altro. Ben più importante di un registro elettronico».

Il sindacato

Si uniscono al sindacato dei Cobas scuola Sardegna, che da un anno hanno sposato la causa dell'ex consigliere comunale e gli hanno già offerto il patrocinio gratuito per rivolgersi al giudice del lavoro. «I genitori solidarizzano con Andrea e apprezzano enormemente il suo lavoro», sottolinea Nicola Giua, portavoce del sindacato. «Appare dunque ancora più paradossale che l'Ufficio procedimenti disciplinari (quindi l'amministrazione scolastica) non avendo motivazioni plausibili contesti a un ottimo e apprezzato insegnante, tra l'altro, di ledere il rapporto di fiducia con i "fruitori dei servizi" (i propri alunni) perché non utilizza il registro elettronico elettronico». La storia continua.

Sara Marci

© Riproduzione riservata