L'aggravarsi delle restrizioni in Italia, e in Sardegna per quanto riguarda in particolare i trasporti, crea conseguenze non solo per chi si trova nel nostro Paese ma anche per i tanti connazionali che cercano in questi giorni di tornare dall'estero. E a UnioneSarda.it sono già arrivate diverse segnalazioni.

Eccone alcune.

Tra le decine di italiani bloccati in aeroporto a Bali c'è anche un sardo. Risiede a Londra ma ha passaporto rilasciato in patria. Secondo quanto racconta, il problema alla partenza dall'Indonesia è rappresentato dal mancato ok degli scali intermedi ai viaggiatori con documento italiano. L'uomo, infatti, per raggiungere Londra dovrebbe effettuare altre tappe.

La situazione dovrebbe risolversi nelle prossime ore.

(Unioneonline/s.s.)

"Siamo una coppia di ragazzi sardi di Olbia, al momento ci troviamo bloccati a Kuala Lumpur in Malaysia. Era il 17 marzo 2020, ci siamo messi in contatto con l'ambasciata d'Italia qui per capire quale fosse la cosa migliore da fare: tornare a casa in Italia o attendere che le acque si calmassero.

Loro ci hanno risposto che sarebbe stato meglio prendere "se fossimo riusciti" un volo per tornare a casa, ci hanno suggerito dei voli che davano la possibilità di rientrare in "Europa", non in Italia, a cifre esorbitanti, quali: 1500, 2000 euro.

Essendo al momento disoccupati e provenienti dall'Australia prima che la tragedia iniziasse, non potevamo di certo permetterci di volare a quelle cifre.

Qualche giorno dopo, venerdì 20 marzo, siamo stati ricontattati dalla nostra ambasciata che ci avvisava di un volo "diretto" organizzato ad hoc dalle autorità malesi per l'Italia per rimpatriare i propri cittadini rimasti bloccati là che sarebbe dovuto partire il 22 marzo alle 3:30 del mattino dall'aeroporto internazionale di Kuala Lumpur, il tutto senza alcun dettaglio prezzi.

Sabato 21 marzo, siamo stati ricontattati via E-mail per essere avvisati del rinvio del volo a data da destinarsi perché le autorità malesi chiedevano prima, ai passeggeri che volevano imbarcarsi, di effettuare il test per verificare se ci fosse qualcuno positivo, in tal caso non sarebbe stato imbarcato.

Potevamo sottoporci al test in giornata lunedì 23 marzo, non ci è stato specificato dove, e continuava a non essere specificato il costo del volo, dicendoci che le autorità malesi non avevano chiarito questo dettaglio ma che ci sarebbe stato solo un contributo.

Lunedì 23 marzo, per E-mail, ci hanno avvisato che il test sarebbe stato fatto nella stessa giornata presso un hotel di Kuala Lumpur al costo di 650M YR per persona, circa 150 euro, da pagarsi in contanti e in valuta locale.

Una volta raggiunto l'albergo, in una stanza allestita appositamente, abbiamo chiesto a un italiano che presumibilmente doveva essere dell'ambasciata se fosse a conoscenza del costo del volo, abbiamo fatto presente che stavamo per affrontare la spesa del test e non avremmo voluto avere dopo la sorpresa che il volo costasse una cifra superiore al migliaio di euro chiesto dalle altre compagnie. Ci ha risposto che non sapeva ancora nulla sui prezzi, non gli era stato comunicato, specificando però - anche in questo caso - che sarebbe stato solo un "contributo".

Abbiamo compilato un modulo con i nostri dati e contatti per ricevere la ricevuta del pagamento e i risultati del test. Una volta che tutti si sono sottoposti al test, la mattina seguente ci hanno contattato nuovamente per E-mail per comunicarci i dettagli riguardanti il prezzo che non sarebbe stato più un contributo ma 1300 US$, circa 1200 euro, e dicendoci che il volo non sarebbe stato diretto ma si sarebbe dovuto verificare uno scalo tecnico.

In seguito ci hanno contattato per chiederci se eravamo ancora interessati a prendere quel volo, ma noi abbiamo risposto di no perché era un prezzo troppo alto e abbiamo chiesto loro i risultati del test. Non abbiamo più ricevuto alcun tipo di notizia o risposta.

Ancora oggi, giovedì 26 marzo, abbiamo riprovato a metterci in contatto senza alcun risultato".

O. e L.

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"Vivo a Manchester con la mia ragazza da ottobre per motivi di studio. Dovevamo rientrare definitivamente il 21 marzo (data in cui scade il nostro contratto di affitto) invece il volo ci è stato cancellato. Tentiamo di prenotare un altro ma anche passando per Parigi lo cancellano. Io soffro di Diabete mellito di tipo 1 e sto per terminare i presidi del microinfusore. Sto male, non sto mangiando per l'ansia e non posso espormi a nessun rischio ora che la situazione sta degenerando qua in Inghilterra. Non riusciamo a farci ascoltare da nessuno. Abbiamo perso 800 euro di biglietti aerei. Chissà quando ci verranno rimborsati. Non sappiamo più davvero come fare".

Antonio

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Aurora e il suo fidanzato, entrambi sardi, sono a Londra e vorrebbero tornare a casa, ma non possono. Lui ha perso il lavoro a causa dei tagli al personale per il calo di turisti in hotel, lei invece lo stava cercando e ora le possibilità si sono ridotte ulteriormente. Sui social scrive che i numeri di emergenza di cui è in possesso "non danno segni di vita" e i voli vengono contingentati. Chiede quindi aiuto alla Farnesina, alla Regione Sardegna: "In questi giorni- racconta - ci siamo ritrovati in un Paese che aveva scelto di non adottare nessuna misura di sicurezza. Qualcuno deve darci la possibilità di tornare". "Molti sardi come noi vogliono tornare a casa - aggiunge - e vogliamo essere ascoltati". "Chiediamo un provvedimento per dare la possibilità a noi giovani dai sogni infranti di poter rientrare".

(Unioneonline/s.s.)

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"Siamo una coppia di 27 e 29 anni bloccati in Perù. Io sono residente a Selargius, la mia ragazza abita in provincia di Viterbo. Siamo qui in vacanza da gennaio. Avevamo il volo di rientro in Italia il 16/03. Il giorno 12/03 ci arriva un messaggio dalla nostra linea aerea KLM che diceva che il nostro volo Amsterdam-Roma era stato cancellato. Ho cominciato a chiamare per capire la situazione e come potevo fare per cambiare il volo. Siamo riusciti a cambiare il volo per il 14/03. Il 13/03 ci arriva un altro messaggio da KLM che dice che i voli sono stati cancellati, di richiedere il rimborso e organizzarci in un altro modo. Da quel giorno ho chiamato l’ambasciata Italiana e la risposta che abbiamo avuto è stata: 'Devi parlare con la tua linea aerea, noi non possiamo fare nulla'. Finalmente oggi ci hanno contattato dalla Farnesina ma ci hanno dato quasi le stesse risposte dell'ambasciata qui a Lima. I nostri soldi stanno anche per finire, dato che avevamo un budget limitato".

Giovanni e Gabriela

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Sono un agente di viaggi di un'agenzia di Quartucciu. A Malpensa c'è una situazione di emergenza per alcuni passeggeri sardi. Un nostro cliente proviene da Cuba (Paese senza emergenza coronavirus) partito con regolare volo il 1° marzo e rientrato oggi con volo charter Neos a Malpensa, ha poi un volo prenotato per Cagliari oggi alle 17:35 con Alitalia. Arrivato a Malpensa gli hanno detto che doveva fare richiesta alla Regione Sardegna con l'apposito modulo. Cosa che ha fatto ma chiamando in Regione mi hanno comunicato che i tempi sono molto lunghi avendo avuto migliaia di richieste e che molto probabilmente non sarebbe potuto partire, confermato anche dalla compagnia Alitalia. Come si può lasciare passeggeri in aeroporto per giorni a rischio di contagio (molto alto) senza possibilità di poter dormire e senza precauzioni del caso? Arrivando da un Paese straniero era impossibile compilare la richiesta prima (oltretutto non ci sono i tempi visto il decreto firmato il 15 marzo). Come riportare il cliente a casa?".

Doriana

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"Gentile redazione, sono a Milano Malpensa, sbarcato stamattina dopo 15 giorni di vacanza a Cuba. Insieme ad altri due sardi siamo bloccati in aeroporto, pur avendo la conferma del volo per Cagliari alle 17.35 non possiamo partire perché la regione non ci darà l'autorizzazione prima di 48 ore... La cosa è sconcertante, arriviamo dalla nazione meno colpita dal coronavirus, e ora ci troviamo qua fermi non so per quanto tempo, e domani c'è l’ultimo volo per Cagliari. Non sappiamo dove andare e cosa fare. È assurdo dopo che per settimane hanno fatto arrivare 11mila persone in Sardegna, tutte dalle zone rosse".

Luca

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(Potete inviare i vostri video possibilmente girati in orizzontale, foto e news a L’Unione Sarda su WhatsApp al numero 335.1546482)
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