«Cagliari è strategica per la sua posizione. Visti i nuovi orientamenti della scena geopolitica, tenendo conto che siamo a circa cento miglia dalle coste del Nord Africa, questa base ha necessità di essere valorizzata e sfruttata come una base effettivamente in prima linea. Dobbiamo avere qui una struttura in grado di ricevere le nostre navi per l'attività operativa». Così il capo di Stato maggiore della Marina militare Giuseppe Cavo Dragone, giovedì scorso, a conclusione di una visita in Sardegna.

Il molo Ichnusa come avamposto per operazioni di guerra in Libia? Fanno tremare le vene e i polsi le parole dell'ammiraglio, e ci si chiede quali siano le intenzioni del ministero della Difesa e come si sposerebbero con la famosa intesa sulle servitù militari siglata con la Regione nel 2017 e ancora quasi totalmente lettera morta.

La protesta

«C'è da indignarsi al solo pensare che un ammiraglio dello Stato italiano possa venire a casa nostra e affermare che il porto di Cagliari è una base militare per le operazioni nel nuovo scenario geopolitico del Mediterraneo», dice il leader di Unidos Mauro Pili. «Ed è grave il silenzio della politica di fronte a questa ennesima offesa alle istituzioni e ai sardi. Come si può immaginare una base operativa nel cuore di una città capoluogo abitata da centinaia di migliaia di persone?». Prosegue l'ex deputato, «la fotografia diffusa dall'ufficio stampa della Marina è emblematica: una recinzione alta 3 metri che sottrae a Cagliari un fronte mare straordinario per centinaia e centinaia di metri. Ad occupare quegli splendidi palazzi poche decine di persone».

Il "colonialismo"

Interviene anche il collettivo antimilitarista A Foras, che per oggi ha organizzato una manifestazione sotto il palazzo della Regione: «Apprendiamo con grande sdegno le parole del capo di Stato maggiore. Con il fare tipico del rappresentante coloniale, l'ammiraglio ha annunciato in sostanza che il porto cittadino rivestirà un ruolo strategico per la Marina, preconizzando la costituzione di una nuova servitù militare nel territorio cagliaritano, in grado di soffocare ogni altra prospettiva di sviluppo». Aggiunge: «C'è di più, Cavo Dragone non ha fatto mistero della funzionalità della nuova servitù militare al controllo militare del Nord Africa, legato agli interessi dell'imperialismo Nato ed europeo. A Foras farà di tutto per impedirlo, mentre i politici sardi e italiani continuano a ciarlare sulla dismissione dei poligoni, nei fatti si preparano ad estendere la presenza e l'ingombro dell'occupazione militare della Sardegna. Non pensino di poter disporre a loro piacimento della nostra terra e del nostro mare».

Cristina Cossu

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