"Se l'Italia perde la metà delle presenze, qui in Sardegna abbiamo perso circa i due terzi, cioè quasi 10 milioni tra stranieri e italiani, rispetto al 2019".

E' la stima del presidente regionale di Federalberghi, Paolo Manca, che ha presentato il bilancio dell'estate 2020, fortemente condizionata, ovviamente, dall'emergenza Covid-19.

Nel dettaglio, secondo i dati degli albergatori sardi, il calo maggiore si è avuto con i flussi strarieri passati dal 51% del totale delle presenze al 7% (da 8 milioni a 700mila), mentre ha retto la fetta rappresentanta dal turismo nazionale: dal 49% al 28% (da 7,5 milioni a 5 milioni).

Ancora, sottolinea Federalberghi, gli hotel dell'Isola hanno lavorato bene solo nelle due settimane a cavallo di Ferragosto quando il riempimento delle camere è arrivato al 70-80%, ma a luglio non si è superato il 30% e a settembre, "complice anche il caos mediatico sui test obbligatori per chi sarebbe dovuto arrivare in Sardegna - spiega Manca - non si è arrivati neppure al 30% e gli hotel hanno iniziato a chiudere per mancanza di prenotazioni". Il mese di giugno invece è stato praticamente "intangibile".

Neri anche i dati sull'occupazione dei lavoratori del settore, crollata addirittura del 70%: "Sono stati chiamati ad operare per metà delle giornate e per meno della metà del tempo - conclude Manca - con una contrazione di un quarto delle buste paga".

(Unioneonline/l.f.)
© Riproduzione riservata