"Nella zona industriale di Porto Torres le aziende locali continuano ad essere tagliate fuori dagli appalti di Eni, spesso assegnati alle ditte provenienti dal resto della Penisola. In particolari gli ultimi lavori sono stati assunti da una ditta Icm della Calabria". La denuncia è del consigliere comunale Dem Massimiliano Ledda che ha segnalato al sindaco Sean Wheeler, durante l'ultima seduta del consiglio comunale, il problema del mancato rispetto degli accordi sulle maestranze locali.

Nell'ultimo sopralluogo nell'area Sin oggetto di bonifica, il primo cittadino aveva chiesto alla società Eni Rewind informazioni e dati in merito alla forza lavoro assunta per il Progetto Nuraghe. "Operiamo con 70 risorse umane tutte provenienti dalla territorio della Sardegna - hanno risposto i responsabili Eni - prima del lockdown il personale assunto era di 94 unità al giorno, provenienti dalle diverse aziende del territorio, di cui il 97 per cento sono sardi e di questi l'84 per cento arrivano dalla provincia di Sassari". Con la ripresa delle attività dal 4 maggio si è raggiunto un numero di 190 persone al giorno con un picco di 202 risorse umane, di cui il 93 per cento costituito da personale locale e l'82 per cento dalla provincia di Sassari.

Per i lavori civili di completamento della piattaforma ambientale del Progetto Nuraghe, è risultata vincente la impresa edile Icmb impegnata da tempo nelle attività di manutenzione dello stabilimento Versalis. "Icmb prevede l'impiego di personale per il 90 per cento proveniente dalla provincia sassarese, con integrazione di personale edile già operante nell'indotto oppure non riconfermato da altre imprese - informa Eni Rewind - e in caso di mancata disponibilità in numero di tale categorie, la stessa Icmb potrà attingere dalle liste di Confindustria oppure dall'ufficio del lavoro territoriale".
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