Prima del ciclone Covid la Sardegna aveva il 70% del Pil europeo (era il 72% nel 2014) ed era 177esima nella classifica delle 241 regioni dell'Ue. Il tasso di disoccupazione era del 14,7%, le microimprese rappresentavano il 63% del totale e un terzo del valore aggiunto era prodotto da attività legate al settore pubblico. Ma il Pil era migliorato del 2,4% e anche il tasso di occupazione era cresciuto dell'1,7%. Segnali di ripresa che saranno cancellati dagli effetti della pandemia.

Il ventisettesimo rapporto Crenos intitolato "L'economia della Sardegna prima della pandemia e le prospettive future", analizza alcuni scenari post emergenza e ipotizza un calo del Pil compreso tra il 10,5 e l'11,9%, sempre che non ci sia una ripresa autunnale dei contagi. "Molte delle politiche pubbliche annunciate non sono ancora effettive e quindi non può essere valutato il loro impatto", chiarisce Emanuela Marrocu, una delle curatrici del rapporto. "Le misure europee del MES e del Recovery fund, o quelle nazionali del recente Decreto rilancio o quelle regionali contenute nel DL 162 potrebbero modificare le prospettive. E se tutte queste azioni saranno effettivamente operative e garantiranno rapidamente risorse finanziarie ai cittadini ed alle imprese", aggiunge, "allora gli effetti negativi dello shock Covid sul sistema economico potrebbero essere più contenuti nel 2020 e garantire un forte recupero nel 2021".
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