"Il sistema della panificazione sta soffrendo, come altri settori, di questa crisi sanitaria. Le vendite sono scese di oltre il 60% e di conseguenza anche i ricavi, mentre i costi diretti ed indiretti rimangono sempre gli stessi. Sia che produca un chilo di pane o un quintale i costi di accensione e mantenimento del forno non cambiano". L'allarme arriva da Gian Pietro Secchi, storico presidente provinciale dei panificatori della Confcommercio Nuoro e Ogliastra.

"A breve - dice l'imprenditore - saremo costretti a valutare provvedimenti di Cassa Integrazione o comunque nostro malgrado fare provvedimenti di riduzione del personale. Il settore era già in sofferenza prima di questa crisi, ricordiamo che a Nuoro ha chiuso uno dei panifici storici della città che dava un numero importante di buste paga, e altri hanno seguito la stessa sorte nel territorio".

L'unica consolazione arriva da una sostanziale stabilità di mercato. "Per fortuna, al momento - garantisce Secchi - non rileviamo incrementi dei prezzi delle materie prime, in particolare lieviti e farine, salvo qualche sporadico caso. Qualora dovesse accadere in modo del tutto ingiustificato porteremo all'attenzione delle autorità competenti questo problema. Invito i consumatori a fidarsi del prodotto fresco dei panificatori e di acquistarlo serenamente in quanto è facile da trovare e la spesa si può fare rispettando tutti i limiti imposti per la sicurezza".
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