Ci sono anche i lavoratori dell'ex Ilva nella manifestazione unitaria di Cgil, Cisl e Uil a Roma su industria, crescita e occupazione, che abbraccia diverse vertenze in tutta Italia.

I dipendenti dell'acciaieria multinazionale protestano contro il nuovo piano industriale di ArcelorMittal, che prevede ulteriori 4.700 esuberi entro il 2023 per continuare a gestire lo stabilimento e hanno indetto 32 ore di sciopero.

Oltre mille i lavoratori dell'ex Ilva e dell'indotto, insieme ai delegati di Fim, Fiom e Uilm presenti al corteo nella Capitale, che terminerà in Piazza Santi Apostoli.

"Avete sbagliato ad andare in tribunale, tornate al tavolo ma a partire dall'accordo firmato nel 2018. Su questa base infatti si possono risolvere i problemi, ma a nessuno venga in mente di usare questa situazione per annunciare licenziamenti o esuberi. Così non si andrebbe da nessuna parte'', ha affermato il segretario generale Cgil Maurizio Landini, chiedendo un intervento forte dello Stato nella vertenza.

Intervento che ci sarà, secondo quanto dichiarato dal premier Giuseppe Conte, impegnanto in prima persona nella risoluzione della crisi aziendale.

"Stiamo trattando, il negoziato è in corso, ma posso anticipare, senza entrare nel dettaglio nè svelare informazioni riservate che è prevista anche la partecipazione di aziende pubbliche", ha detto nella serata di ieri.

Sembra che i nuovo turnaroud dell'ex Ilva avranno la partecipazione dello Stato con l'ingresso nella newco che gestirà l'Ilva di almeno due società partecipate dal ministero dell'Economia.

Anche il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, ai microfoni di La 7, ha confermato che "ci sono alcune ipotesi che prevedono la presenza dello Stato che deve essere il garante dell'attuazione del Piano industriale. Lo Stato - aggiunge - entra anche per controllare. Il ministro Gualtieri e il Mef stanno lavorando a come lo Stato possa intervenire".

Sia Conte sia Patuanelli hanno anche smentito seccamente l'indiscrezione secondo la quale ArcelorMittal sarebbe pronta a offrire 1 miliardo di euro per poter recedere dall'accordo di acquisizione dell'ex Ilva senza il rischio di vertenze legali.

(Unioneonline/F)
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