"L'Ilva non chiuderà".

Ne è sicuro il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, che esclude l'ipotesi di prestito ponte. "Prestito ponte proprio..", ha detto scettico a "Otto e mezzo".

"ArcelorMittal deve sedersi al tavolo a negoziare, ho sempre detto che questa è la strada maestra", visto che loro sono quelli "che hanno vinto la gara. Auspichiamo una ripresa dei negoziati", ribadisce.

Niente nazionalizzazioni però: "Sarebbe un'illusione pensare che c'è uno strumento semplice da usare", come la nazionalizzazione.

Sullo scudo penale "è evidente che se si definirà un accordo ci sarà anche questa componente. Io credo che debba essere fatto".

Intanto continua su tutti i fronti la battaglia per fronteggiare l'addio di ArcelorMittal al polo siderurgico italiano. Ieri il giudice di Milano ha chiesto al colosso franco-indiano di non interrompere l'attività degli impianti finché non ci sarà uno sviluppo del processo. E la società ha risposto con la sospensione delle procedure di spegnimento (anche l'altoforno 2 al momento resta acceso) in attesa della prima udienza sul ricorso d'urgenza presentato dai commissari, fissata per il 27 novembre.

Il governo prepara un piano B e incassa la data di un nuovo incontro tra il premier Giuseppe Conte, i ministri dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, e dell'Economia, Roberto Gualtieri, e ArcelorMittal. Il vertice è fissato per venerdì alle 18.30.

Sul caso si è espresso anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ieri ha accolto i sindacati al Colle: l'ex-Ilva, ha detto, "è un grande problema nazionale, che va risolto con tutto l'impegno e la determinazione, non solo per le implicazioni importantissime sul piano occupazionale, ma anche per quanto riguarda il sistema industriale italiano".

(Unioneonline/D)
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