Giovedì 7 novembre. Data da segnare in rosso sul calendario dei sardi, perché l'Isola potrebbe risolvere con una firma parte dei suoi problemi finanziari.

Al tavolo del ministero degli Affari regionali siederanno il titolare del dicastero Francesco Boccia, il viceministro dell'Economia Antonio Misiani e il governatore Christian Solinas per siglare un accordo che potrebbe portare nelle casse della Regione 2,1 miliardi di euro.

"La quadratura - precisa Solinas - è ancora da ultimare, ma punto a chiudere giovedì evitando ulteriori rinvii, anche perché chiudendo adesso ci sarebbe il tempo di emendare la Finanziaria nazionale".

Ecco cosa comprenderebbe la cifra, stando a quanto spiegato dal governatore: 1,6 miliardi da spalmare in dieci anni grazie al bilancio pluriennale, "li ho chiesti per un piano di opere infrastrutturali che vadano a colmare gli svantaggi dell'insularità, penso a strade, scuole, beni archeologici e risorse per l'edilizia sanitaria".

Poi c'è la questione accantonamenti, e qui Solinas punta a ottenere 400 milioni per il 2018 e il 2019.

A partire dal 2020 il governatore spera che il governo conceda all'Isola il modello Sicilia, che farebbe passare il contributo della Sardegna al bilancio nazionale all'1,14% del Pil consentendo un risparmio di 153 milioni all'anno.

L'ultima partita è quella che coinvolge meno fondi: riguarda i 76 milioni che la Giunta Pigliaru utilizzò per il piano di disavanzo sanitario con fondi Fsc (Sviluppo e coesione) ma senza l'autorizzazione del Cipe. Solinas chiede che sia scritto nero su bianco che il Cipe autorizza l'utilizzo di quei fondi per la spesa sanitaria.

Un eventuale accordo vincolerà la Regione al ritiro dei ricorsi contro lo Stato e lo Stato a ritirare i suoi pendenti davanti alla Corte Costituzionale.

"Se riusciremo a chiudere questa intesa - afferma Solinas - sarà un grande successo".

(Unioneonline/L)
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