I panificatori artigiani della Sardegna e del resto d'Italia non avranno più l’obbligo di ritirare, a fine giornata, il pane fresco rimasto invenduto sugli scaffali dei supermercati da loro forniti.

Lo ha stabilito l’Antitrust nei confronti della Gdo in "difesa" dei produttori indipendenti che, quotidianamente, conferiscono il loro prodotto nelle grandi strutture commerciali.

Il "braccio di ferro" tra i fornitori e grande distribuzione era nato dall’"obbligo di reso del pane fresco rimasto invenduto", ovvero dall’imposizione verso i panificatori "di portare via a fine giornata l’intera quantità di prodotto rimasta invenduta sugli scaffali, restituendo all’acquirente il prezzo corrisposto per l’acquisto".

L’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato ha accertato la natura illecita di questa pratica contrattuale e ha comminato sanzioni per 680mila euro ad alcuni giganti della distribuzione.

In Sardegna sono 930 le attività di panificazione che ogni giorno sfornano circa 3.000 quintali di prodotto, per un totale annuo che sfiora le 110mila tonnellate.

Molte di queste distribuiscono il loro prodotto anche alle attraverso le piattaforme organizzate.

“Questo è il primo passo di una situazione che vede i 'piccoli' combattere contro pratiche vessatorie che stanno diventando sempre più frequenti e pesanti – commenta Antonio Matzutzi, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – e che minano la crescita e la sopravvivenza dei panificatori indipendenti”.

"Una condizione, questa dell’obbligo del reso – conclude - i cui costi di ritiro e smaltimento erano a totale carico degli artigiani".

(Unioneonline/F)
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