Felice Floris, 65 anni di Desulo, residente a Siliqua, leader del Movimento Pastori Sardi, è più arrabbiato e determinato che mai.

A due mesi di distanza dall'accordo sul prezzo del latte da vendere agli industriali, chiuso a 74 centesimi al litro, fa il punto della vertenza.

Come molti suoi colleghi si sente tradito dalla politica, in particolar modo dal Governo e dalla Regione, ma anche dall'Unione Europea.

Lo abbiamo intervistato.

Perche vi sentite traditi?

"Non la facciamo troppo lunga: tutta la politica ha colpa. L'Ue ha messo noi pastori alla mercè del mercato globale. 22 anni fa ci ha tolto le 'restituzioni', rendendoci ancora più deboli".

Quali sono i principali problemi che ancora permangono?

"Bisogna ripristinare innanzitutto il sistema di compensazione. I costi di produzione sono alti ed il prezzo del latte è troppo basso. Bisogna ridiscutere tutto: filiera, qualità, iniziative di sostegno e rilancio del comparto".

Il Governo segue la situazione?

"A Decimomannu, nel mese di febbraio, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, anche di fronte al sottoscritto, non ha tenuto gli impegni: il Governo ad oggi non ha infatti ritirato un chilo di formaggio. Poi la palla è passata a Salvini, che con la nostra vertenza non c'entrava nulla.

Cosa risponde a chi dice che vi siete fatti strumentalizzare da Salvini durante la campagna elettorale per le regionali?

"I pastori sardi hanno fatto una grande lotta, con una solidarietà locale, nazionale ed internazionale, senza precedenti. Dire che ci siamo fatti strumentalizzare da Salvini è una barzelletta. I pastori hanno votato secondo la loro coscienza, non è assolutamente vero che la maggior parte ha votato Lega, io ad esempio non sono andato a votare, altri hanno votato Cinque Stelle, PD, Forza Italia, Autodeterminazione e altre formazioni politiche. Chi ha tirato dentro Salvini nella vertenza è stata la Coldiretti. Questo è un fatto e ci tengo a ribadirlo".

Ma in questi due mesi Salvini, il ministro Centinaio e tutti gli altri li avete risentiti?

"No".

Siete però stati ricevuti al Senato e alla Camera. Qualcosa quindi si muove?

"Sì, si sta iniziando a ragionare, andando al cuore dei problemi, ma è solo un discorso a livello embrionale. L'agricolutura è gestita da burocrati, sia a livello nazionale che europeo. L'Europa era nata sul carbone e l'alimentazione, ma soprattutto sulla solidarietà, e a noi ci hanno tolto qualsiasi forma di sostentamento".

Altri vi accusano di puntare sull'assistenzialismo...

"Quando si parla di aiuto ai pastori si parla di assistenzialismo, ma nessuno si scandalizzava in passato quando ad esempio si davano i soldi ai produttori di zucchero. La verità, ripeto, è che con questo mercato globale, senza regole e diritti, non ce la facciamo. Noi pastori abbiamo una funzionale produttiva, ma anche culturale e sociale. Non dimentichiamolo".

Cosa vi aspettate dalla nuova giunta regionale? Una soluzione in tempi brevi?

"Quali tempi brevi? La politica ha tempi biblici e non ci illudiamo che questo cambi. Di sicuro chiederemo un incontro al presidente Solinas e anche al nuovo assessore all'Agricoltura Gabriella Murgia, che ha detto che deve studiare. Lo faccia molto in fretta. Abbiamo bisogno di gente preparata, gli studenti devono andare a scuola".

Se non avrete risposte siete pronti a tornare alla lotta?

"Abbiamo già annunciato un'importante assemblea a Giba l'8 giugno, non a caso dopo le Europee. In quell'assemblea assumeremo decisioni importanti".

Nel caso tornere a versare il latte nelle strade?

"Non butteremo più latte, abbiamo già dato e ci siamo svenati. Ci saranno altre forme di protesta e a noi pastori la fantasia non manca".

Diversi pastori sono stati denunciati e rischiano un processo. Cosa vi aspettate dalla magistratura?

"Non ci aspettiamo nulla. La magistratura è stata molto dura con noi, da sempre. E comunque con i processi non si risolvono le cose, semmai s'inaspriscono. Inoltre, tornando alla politica, nel nuovo Decreto Sicurezza ci sono dei limiti al diritto di protestare. Salvini non s'illuda con questo di fermarci".
© Riproduzione riservata