Cattolici e protestanti ricorderanno insieme il cinquecentesimo anniversario della scomunica di Martin Lutero, avvenuta nel 1521.

Ne ha dato notizia Nev.it l'Agenzia di stampa che fa capo alla Federazione delle Chiese evangeliche in Italia. "Nello spirito dell'impegno di continuare a lavorare per procedere dal conflitto alla comunione, l'evento congiunto metterà a fuoco gli importanti sviluppi ecumenici degli ultimi tempi", scrive l'agenzia. "Si delineerà come il cammino ecumenico degli ultimi decenni abbia permesso di rapportarsi ad un momento doloroso della storia con un'apertura verso il dono dell'unità, per il quale luterani e cattolici continuano a pregare e a lavorare".

GLI INCONTRI DI GINEVRA La decisione è stata presa a Ginevra dalla Federazione Mondiale Luterana e dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani durante l'ormai tradizionale incontro annuale, presieduto dal segretario generale della Federazione mondiale luterana, Martin Junge e dal presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani, il cardinale Kurt Koch. Sarà un anno di preparativi importanti, fatti di preghiera comune ma anche di attenta scelta di ogni parola, di ogni gesto che confluiranno nei documenti e nelle celebrazioni comuni.

LA RIFORMA, LA SCOMUNICA, LE GUERRE Martin Lutero, il monaco agostiniano che, nel 1517, sfidò l'autorità del Papato con le sue Novantacinque tesi (critiche della dottrina e del comportamento delle gerarchie cattoliche) fu scomunicato nel 1521, avendo rifiutato di ritirare le sue contestazioni. La Riforma che aveva avviato, forse non del tutto consapevolmente, cambierà nel corso dei secoli il volto del Cristianesimo d'Occidente. E non solo. Il contrasto che pareva irriducibile fra due visioni della stessa religione si rivelerà presto conflitto politico e nazionale, investirà la sfera dell'organizzazione sociale, economica e culturale del mondo cattolico e di quello protestante. Non basta, la necessità di sopravvivenza delle piccole sette minoritarie, spesso animate da spirito messianico, le porterà a unirsi ai flussi coloniali benedetti da Roma come dalle chiese riformate, nelle Americhe, in Africa, in Asia e infine in Australia. Insomma, contribuirà a costruire il mondo quale l'abbiamo conosciuto sino ai primi del Novecento.

DON MARIO FARCI: LA RICONCILIAZIONE DELLE MEMORIE "I fatti dolorosi del passato non li possiamo cancellare. Ma è significativo il processo che si è instaurato, a partire dal Concilio Vaticano II. Oggi possiamo rileggere la storia comune. Nell'ecumenismo si parla di riconciliazione delle memorie". Don Mario Farci, sacerdote dal 1991, docente alla Facoltà Teologica di Cagliari, è il presidente diocesano della Commissione per l'ecumenismo. Tiene a sottolineare che il cammino del dialogo ha ormai una lunga storia, anche in Sardegna. Il primo documento comune fra cattolici e luterani, risale al 1972. Da lì nacquero incontri, scambi fecondi e preghiere. A livello nazionale, tra le alte gerarchie, ma anche nelle comunità locali. A Cagliari, per esempio, racconta don Farci, fu rispettoso e cordiale il rapporto fra il pastore protestante dottor Mayer e monsignor Giuseppe Bonfiglioli, arcivescovo del capoluogo e primate di Sardegna e Corsica dal 1973 al 1984. "Il documento più importante, dal punto di vista teologico e politico, è la Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione, siglata nel 1999". Da allora i passi avanti sono stati più ampi e più veloci. Stavolta però l'anniversario scelto per il confronto sembra più audace: la scomunica di Lutero fu il punto di non ritorno, il momento di massima incomprensione. "Per esprimere questa apertura ecumenica si legge su Nev.it - si terrà il 25 giugno 2021 a Roma un servizio liturgico, in previsione del cinquecentesimo anniversario della Confessione di Augusta, presentata in quella data, nel 1530". Si tratta del primo elenco ufficiale dei princìpi della chiesa protestante luterana.

LA PASTORA KIRSTEN THIELE: L'OCCASIONE GIUSTA PER RIFLETTERE "Curioso che si sia scelto questa occasione, speriamo sia un'ulteriore tappa di riavvicinamento". Kirsten Thiele, 53 anni, è la vice decana della Chiesa evangelica luterana in Italia. Teologa (ha studiato a Münster e Göttingen) e madre di due figli, oggi è pastora di Napoli. Ma per diciassette anni, sino al 2014, ha vissuto in Sardegna, dove è stata incaricata del progetto di sviluppo parrocchiale, nonché pastora militare per i membri delle forze armate tedesche, sinché queste non hanno lasciato l'Isola. "È l'occasione giusta per riflettere. La scomunica è avvenuta perché il dialogo, all'epoca, non era possibile. Non siamo riusciti a capirci, ad ascoltarci a vicenda. Le cose - conclude - sono molto cambiate". La pastora Thiele ricorda che "nel 2017 per tutto l'anno cattolici e protestanti hanno celebrato insieme i cinquecento anni della Riforma". Non che in Sardegna si sia mai respirato un clima ostile. "Inimicizie tra i fedeli delle due chiese? Certo che no. È capitato, all'inizio, nei paesi, qualche parroco un po' diffidente, un po' chiuso. Ma sono eccezioni, quella che si coglie è la voglia di dialogo".

DIALOGO SENZA ABIURE Un dialogo che cerca l'azione comune, non l'abiura dell'altro. "Un tempo la Chiesa proponeva l'unionismo, cioè il ritorno degli altri. Il Concilio Vaticano II è stato un punto di svolta. Oggi si parla di riconciliazione, di unità attraverso le diversità", spiega don Mario Farci: "Camminiamo tutti in direzione di Cristo". Questo percorso verso una meta comune si esprime attraverso la preghiera (per esempio nella settimana per l'unità dei cristiani, tra il 18 e il 25 gennaio di ogni anno) ma soprattutto con l'impegno nella cultura e nel sociale. Cattolici, protestanti e ortodossi si ritrovano ogni autunno, anche in Sardegna, a celebrare "Il tempo del creato". Il tema dello scorso anno era "La rete della vita", in difesa della biodiversità. "A Cagliari la Chiesa evangelica battista e la Facolta teologica della Sardegna hanno organizzato insieme un convegno sull'interconnessione fra teologia ed ecologia nell'epoca della globalizzazione", precisa Elizabeth Green, 66 anni, che guida la storica comunità evangelica battista di Cagliari e Carbonia - Iglesias. "È un esempio di come due chiese con impostazioni diverse possono collaborare su un tema di interesse comune non solo per i credenti".

LA TEOLOGA ELIZABETH GREEN: IN ASCOLTO DELL'ALTRO Pur essendo una raffinata studiosa (fa parte sin dalla fondazione del Coordinamento delle teologhe italiane ed è stata la prima donna a conseguire il dottorato in Teologia dogmatica presso l'Università pontificia di Salamanca) la dottoressa Green non è attratta dalle sottigliezze diplomatiche che regolano la comunicazione fra le gerarchie delle rispettive Chiese. "Non mi occupo di dialogo teologico. Sono convinta che le grandi differenze oggi non riguardino l'ambito dottrinale, ma piuttosto il modo in cui ciascun credente cristiano si pone nei confronti del mondo o dell'altro". Certamente, sottolinea, la visione di Lutero sui diritti e la posizione della donna nella chiesa sono diverse. Ovviamente, il protestantesimo non accetta il celibato dei pastori e non rinuncia al sacerdozio femminile né all'elezione del pastore da parte della comunità. "Ma la vera differenza - sottolinea Green - è tra una visione di chiusura, moralista, fondamentalista e una visione aperta, dialogante di accompagnamento. Questa differenza attraversa, non oserei dire tutte le religioni, perché non sono abbastanza competente per fare un'affermazione del genere, ma sicuramente tutte le chiese". Mediterranean Hope, l'iniziativa delle chiese evangeliche impegnate nella creazione di corridoi umanitari per i migranti coinvolge con naturalezza la Comunità di Sant'Egidio e la Caritas. "Con la Diocesi di Iglesias c'è ugualmente una bella collaborazione con il mondo cattolico soprattutto perché la nostra piccola chiesa battista fa parte del Comitato per la riconversione della RWM", spiega la pastora Green. "Il comitato è di per sé interessante, ci sono non credenti e credenti, i cristiani partecipano alle reciproche iniziative. Per esempio, il vescovo di Iglesias è venuto al nostro convegno per la pace e ci ha rivolto un saluto. L'Azione cattolica fa parte di Banca Etica. Insomma, siamo impegnati in azioni pratiche di cristianesimo vissuto dove due soggetti collaborano, anche se non proprio in condizione di parità, per un fine comune. Anche l'ecumenismo spirituale, cioè il pregare insieme, è un incontro a livello diverso".Mezzo millennio dopo le guerre di religione fra cristiani sembrano un'incredibile follia. "Non sono una storica, non mi sento di dare giudizi. Ma penso che dovremmo anche imparare a immedesimarci nei tempi. Le condizioni allora fa erano diverse. E oggi non ci facciamo più la guerra - conclude la pastora Green - ma ancora resiste la tentazione di non ascoltare l'altro, di non accettarlo".
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