Quando un addetto ai lavori di pulizia della Galleria Ricci Oddi di Piacenza l'ha scoperto nell'intercapedine di un muro esterno dell'edificio, non poteva credere ai suoi occhi: il "Ritratto di signora" di Gustav Klimt, quadro rubato ben 22 anni fa e fra le opere trafugate più ricercate al mondo, era lì davanti a lui.

Era racchiuso dentro un sacco nero, in una cavità protetta da uno sportello in lamiera che nel frattempo era stata nascosta dall'edera, e lì si presume sia rimasto per tutto questo tempo.

Nei prossimi giorni analisi più approfondite daranno la parola definitiva sull'autenticità, ma una prima expertise ha confermato che si tratta proprio di quel dipinto: nella parte posteriore vi sono infatti anche i timbri delle esposizioni in cui l'opera era stata portata in passato.

Il furto della "Signora", nel febbraio 1997, era finito sui giornali di tutto il mondo: della sparizione ci si accorse il 22 febbraio, ma probabilmente avvenne qualche giorno prima, nella confusione del trasloco di parecchi dipinti per una mostra a Palazzo Gotico dedicata proprio a Klimt. Un ritardo che causò un grave danno alle indagini.

Si avanzarono le tesi più varie e fantasiose, specie dopo che fu trovata la cornice, smontata, nello sgabuzzino di un lucernario: ci fu chi pensò a ladri acrobati, chi suppose che il dipinto fosse uscito tranquillamente dalla porta principale, approfittando del trambusto di quei giorni.

Dalla sala in cui era esposto (era ovviamente il pezzo più importante della pinacoteca) aveva in realtà fatto solo poche decine di metri, andando a finire nell'intercapedine appena fuori dalla porta del museo. Probabilmente doveva essere, nell'intenzione di chi l'ha rubato, un nascondiglio temporaneo: poi, però, forse anche per l'attenzione mediatica, la sorveglianza delle forze dell'ordine e il rischio di ricettare un'opera divenuta così celebre, i ladri potrebbero non essere mai tornati a riprenderselo.

Nel corso degli anni si sono poi alimentate voci e leggende su questo quadro: da chi sospettava fosse stato usato per riti satanici a chi riteneva fosse finito in un fantomatico "tesoro di Craxi" nascosto in Tunisia.

Inizialmente le indagini si erano rivolte agli allora custodi della Galleria, ma la loro posizione era poi stata ben presto archiviata per mancanza di prove. Nel 2016 l'inchiesta fu riaperta dopo il ritrovamento di una traccia di dna sulla cornice, ma non ci furono particolari sviluppi.

Ora il colpo di scena che potrebbe acclarare che il dipinto, uno dei più ricercati del mondo, non si è mai mosso dalla Ricci Oddi.

(Unioneonline/v.l.)
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