Scommettere sulla ricerca scientifica di alto livello per rilanciare le vecchie aree minerarie del Sulcis Iglesiente. Regione, Università di Cagliari e Istituto Italiano di Fisica Nucleare puntano sul "Progetto Aria" che sta prendendo vita negli impianti della Carbosulcis a Gonnesa. I primi risultati dell'iniziativa sono stati illustrati durante un incontro nell'Aula Magna del Rettorato dell'Ateneo cagliaritano.

Il responsabile scientifico Cristiano Galbiati ha parlato dell'attività di sperimentazione nel vecchio sito di Nuraxi Figus: "Ci sono le condizioni ideali per svolgere questo tipo di ricerche - ha detto - stiamo realizzando la più ambiziosa macchina al mondo per la separazione isotopica. Si tratta di una colonna di distillazione criogenica di circa 350 metri di altezza all'interno di un pozzo minerario. Ha le stesse dimensioni della Torre Eiffel e possiamo realizzare qutesto tipo di impianto solo nella Carbosulcis".

Le nuova tecnologia che si sta sperimentando nel Sulcis ha suscitato l'interesse di numerosi gruppi farmaceutici. All'incontro di Cagliari hanno partecipato scienziati, politici e rappresentanti di aziende che si occupano di medicinali e diagnostica medica.

Francesco Lippi, amministratore unico della Carbosulcis, ha confermato che nei giorni scorsi ci sono stati contatti con un gruppo americano interessato a investire in Sardegna.

Il progetto è stato finanziato dalla Regione con 12 milioni di euro.

"Bisogna investire nella ricerca. Ci vogliono più risorse e meno tagli", ha detto Maria Del Zompo, rettore dell'Ateneo cagliaritano. L'attività estrattiva nella Carbosulcis si è conclusa ufficialmente il 31 dicembre del 2018. Attualmente è in atto la fase di riconversione e messa in sicurezza degli impianti. Allo stesso tempo si stanno portando avanti alcuni progetti di ricerca, come quello per la coltivazione dell'alga spirulina.
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