Più sicurezza nei cieli, e più impegno da parte degli uomini radar. I controllori di volo, infatti, dice la Cassazione, devono garantire l'incolumità di chi viaggia in aereo non solo per quanto riguarda il rischio di collisione con altri velivoli in quota ma anche per quanto riguarda il rischio di impatto con ostacoli "fissi", come le montagne. Lo sottolinea la Cassazione smentendo la tesi dell'Avvocatura dello Stato in base alla quale "compito esclusivo del pilota volo", mentre il controllore di volo deve assicurare solo la "separazione del traffico aereo". E' stata cos confermata la condanna - a due anni di reclusione, pena sospesa dalla condizionale - per i due controllori in turno la notte del 24 febbraio del 2004, quando, per uno schianto contro un monte, si disintegrò un Cessna con a bordo l'equipe medica di trapianti dell'ospedale 'Brotzu' di Cagliari. Portava un cuore da Roma per salvare una vita in attesa. Morti anche i tre uomini dell'equipaggio. Fatale il fatto che gli uomini radar di Decimomannu si accorsero che l'aereo era fuori rotta, e volava troppo basso, ma non dissero nulla sulle insidie dei monti. Ora la Cassazione avverte che ai controllori di volo compete vigilare sulla sicurezza di tutte le fasi del volo e rispetto a tutti i possibili pericoli perché dell'Enav, hanno una funzione di garanzia. In pratica, devono garantire la sicurezza non solo per quanto riguarda il rischio di collisione con altri velivoli in quota, ma anche per quanto riguarda il rischio di impatto con ostacoli "fissi", come le montagne. Fissando questo principio di diritto la Cassazione ha smentito la tesi dell'Avvocatura dello Stato. Per la difesa erariale, "compito esclusivo del pilota di evitare ostacoli fissi nel volo", mentre il controllore di volo deve assicurare solo la "separazione del traffico aereo". In particolare la Cassazione ha ritenuto certi e conclamati gli elementi di "negligenza e imperizia" commessi dai due controllori di volo dell'Aeronautica militare - il tenente colonnello Bruno Scatena e il maresciallo Antonio Caponigri - e anche la loro mancanza di "adeguate capacità professionali" che li portarono a dare l'autorizzazione al Cessna 500 Citation ad iniziare la discesa a vista quando il velivolo era ancora lontano dall'aeroporto di Cagliari Elmas. Senza segnalare al pilota la presenza di montagne alte oltre mille metri. Il Cessna fin dritto contro lo sperone roccioso 'Baccu Malu' della catena montuosa dei 'Sette Fratelli'. Al pilota era stato detto di non scendere sotto quota 2500 piedi di altezza. L'impatto devastante avvenne a 3300 piedi. Nessuna salvezza per il cardiochirurgo Alessandro Ricchi (51 anni), per il medico Antonio Carta (38), per il tecnico perfusionista Gianmarco Pinna (48), per il pilota e copilota, gli austriaci Helmut Zurner (55) e Thomas Giacobuzzi (30) e per Daniele Giacobbe (35), pilota messinese che si trovava sul Cessna per un volo di addestramento. Scatena e Caponigri sono stati condannati con rito abbreviato in primo grado dal gup del Tribunale di Cagliari il 17 marzo 2008, e in secondo dalla Corte di Appello di Cagliari il 18 marzo 2010. La Cassazione ha convalidato il verdetto lo scorso dieci dicembre e oggi - con la sentenza 6820 - ha pubblicato le motivazioni. Tuttavia va ricordato che i piloti non avevano studiato l'orografia attorno a Cagliari, e la società proprietaria del Cessna non aveva nemmeno fornito le carte di navigazione.
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